“A noi oggi viene chiesto molto spesso se siamo antifascisti. Direi che è una domanda retorica, perché avendo giurato fedeltà alla Costituzione, che è antifascista, è ovvio che siamo antifascisti”. Un’ondata di fischi e “buuudi disapprovazione ha accolto queste parole pronunciate a Treviso dal ministro della Giustizia Carlo Nordio (eletto in Parlamento con Fratelli d’Italia), nel suo discorso per le celebrazioni del 25 aprile in piazza Indipendenza. “Non è retorica”, gli hanno urlato dal pubblico, con qualcuno che si è pure spinto a un “ma vaff…”. Il Guardasigilli non si è scomposto ed è andato avanti con il suo intervento, durato in totale poco più di tre minuti. Dopo la cerimonia, parlando al Quotidiano del Piave, ha commentato così l’episodio: “Ho sentito anche qualche fischio, non credevo ci fossero ancora degli stalinisti a questo mondo”, scoppiando in una sonora risata.

“Il disastro della guerra è ovviamente imputabile al nazifascismo“, ha detto Nordio, sottolineando però che la seconda guerra mondiale è iniziata prima dell’entrata di Mussolini nel conflitto, cioè quando “Stalin e Hitler mettendosi d’accordo con il patto Ribbentrop-Molotov hanno aperto le porte all’invasione della Polonia”. E ha ricordato le proprie origini: “Io sono trevigiano, sono nato a cento metri da qua, i miei genitori si sono salvati per miracolo il 7 aprile ’44, perché abitavano vicino a piazza dei Signori, zona che fu quasi completamente demolita dai bombardamenti”. Qualche ora prima, in un post sui social, pur senza dirsi antifascista la premier Giorgia Meloni ha scritto che “con la fine del fascismo“ la Liberazione “pose le basi per il ritorno della democrazia.

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