Se lo ricordano ancora, il Guardasigilli Carlo Nordio, quando a fine novembre venne ad Aversa ad inaugurare tre nuove aule penali del Tribunale di Napoli Nord, affermando che fossse “il primo passo per rinforzare questo importante presidio di giustizia”. E promettendo contestualmente “di incrementare le unità di personale amministrativo e di magistrati” per porre riparo ad un evidente squilibrio della pianta organica rispetto agli altri uffici del distretto di Napoli, e in particolare a quello del capoluogo. “È una nostra priorità assoluta”, disse Nordio a favor di telecamere, “sappiamo perfettamente che c’è una certa distonia tra Napoli e Napoli Nord, forse sarebbe stato più ragionevole bilanciare i due tribunali”. Il primo passo, però, è stato un passo del gambero: un’inaugurazione farlocca di aule che non servono a niente, perché cinque mesi dopo sono ancora chiuse, inutilizzate e inutilizzabili. Motivo? Mancano le “gabbie” per ospitare i processi con detenuti. E del personale promesso si sono perse le tracce.

Problemi non da poco per un Tribunale che ha competenza territoriale su circa un milione di abitanti, sparpagliati in 38 comuni ad alta densità criminale tra le province di Napoli e Caserta. Le aule ancora chiuse sono state la goccia che ha fatto traboccare il vaso della protesta degli avvocati, guidati dal presidente della Camera penale locale Antonio Barbato: “Non abbiamo un’aula per la Corte d’Assise, non abbiamo personale e strutture adeguate, pur essendo il quarto tribunale d’Italia per grandezza, e così per celebrare i maxi-processi si chiedono in prestito le aule bunker di Napoli o Santa Maria Capua Vetere”. Di qui la proclamazione di otto giorni di sciopero dalle udienze, dall’8 al 16 aprile, il massimo possibile per questa forma di protesta. “Di fronte alla quale la politica è rimasta silente e assente”, lamenta l’avvocato Barbato. Tra un taglio del nastro e un’iniziativa di legalità a Caivano, davanti agli avvocati e ai magistrati di Napoli Nord, Nordio disse che “una giustizia rapida è l’unica forma di giustizia, le risorse sono quello che sono ma stiamo lavorando in questa direzione”.

E invece le aule mancano e atti giudiziari “vengono forniti in ritardo agli avvocati, comprimendo il nostro diritto di difesa”, denuncia il direttivo della Camera penale di Napoli Nord, in un documento ricolmo di dati e statistiche che evidenziano il disagio dell’ufficio di giustizia. Una fotografia “drammatica”, secondo i legali: 86 magistrati e 154 unità di personale amministrativo a fronte di una popolazione del circondario pari a 993.742 abiitanti, con un rapporto, quindi, di un giudice togato ogni 11.555,14 persone. “Mantenendo il rapporto con la popolazione del circondario del Tribunale di Napoli, i magistrati dovrebbero essere 241, cioè ne dovrebbero essere aggiunti al Tribunale di Napoli Nord 155, detratti poi quelli relativi ai servizi speciali del Tribunale Metropolitano che sono circa 60”.

Ancora più inadeguata la pianta organica del personale amministrativo: per fare un esempio, se a Benevento per un ogni magistrato ci sono più di quattro amministrativi, a Napoli Nord non se ne raggiungono nemmeno due (per la precisione 1,79). “Così il primo servizio che è collassato è quello dell’ufficio copie, il cui attuale stato”, si legge nel documento della Camera penale, “comporta tempi per il rilascio di copia delle sentenze, specie se con motivazione contestuale, nonché dei verbali trascrittivi delle fonoregistrazioni, non affatto congrui e utili alla preparazione delle udienze successive e non compatibili con i tempi di impugnazione, così ledendo i diritti di difesa”. “Il decreto Caivano serve a poco se non viene utilizzato per dare gli strumenti necessari ad attivare quelle attività di polizia giudiziaria necessarie a far funzionare la macchina della giustizia”, dice Barbato a ilfattoquotidiano.it. E le aule inaugurate e chiuse stanno lì a ricordarcelo.

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