È solo una costola di una più ampia inchiesta sul “sistema Festa” quella disvelata dalle 108 pagine dell’ordinanza firmata dal gip di Avellino Giulio Argenio, che accogliendo quasi in toto le richieste del pm Vincenzo Toscano (vistate dal procuratore Domenico Airoma) ha messo agli arresti domiciliari il sindaco dimissionario del capoluogo irpino. Restano sullo sfondo, citate solo di striscio, le accuse di associazione a delinquere che vedono Gianluca Festa in cima a un oliato meccanismo di appalti e affidamenti truccati per favorire sodali e amici e viaggiare spedito verso la rielezione il prossimo giugno. Prima che la corsa si fermasse con le perquisizioni di marzo, l’esplodere dello scandalo e le successive dimissioni. L’ordinanza fa emergere alcuni degli appalti contestati e dei metodi utilizzati dall’ormai ex primo cittadino per trarne utilità e vantaggi d’immagine. In particolare gli affidamenti per la promozione del Natale, del Capodanno e di Eurochocolate (una kermesse sul cioccolato svolta in città a febbraio) e la disinvoltura con cui Festa ha chiesto, raccolto, provato a imporre sponsorizzazioni per la buona riuscita degli eventi e per far quadrare i conti e gli appetiti di tutti. Sulla base delle numerose intercettazioni e delle delibere e determine acquisite, scrive il giudice “appare evidente l’accordo fraudolento intervenuto tra il sindaco Festa e Germana Simeone”, agente pubblicitario che operava per conto di Rds, finalizzato ad affidare alla popolare radio “i servizi relativi alla pubblicizzazione degli eventi organizzati dal Comune di Avellino in assenza di procedura competitiva, nonostante l’importo totale del servizio affidato superasse ampiamente la soglia entro la quale il codice degli appalti consente l’affidamento diretto”.

Secondo procura e gip “le conversazioni intercettate dimostrano indubitabilmente che l’importo del servizio fornito ammontava a 220mila euro e che lo stesso è stato artificiosamente spacchettato in due diversi contratti per evitare di ricorrere alla procedura negoziata senza bando con individuazione e consultazione di almeno cinque operatori economici”. Tra le intercettazioni a cui si fa riferimento c’è la seguente, in cui il sindaco parla appunto con l’agente Germana Simeone: “Il fatto che tu volessi una parte di fatturato su Eurochocolate non era… non era… anzi, non ci doveva essere… il tema, ti ricordi, t’avevo disturbato un giorno all’ora di pranzo…”, dice lei. E lui: “Ci deve stare sai perché? Per giustificare la cifra perché io devo dire che comunque facciamo, copriamo, il Capodanno, altre manifestazioni, ed Eurochocolate, con questa cifra… io devo dire “facciamo anche Eurochocolate” perche con Rds che diventa partner ufficiale… e poi con organizzazione Eurochocolate, estendiamo gli altri centomila euro e facciamo, completiamo la programmazione”. “In quel frangente” – scrive il gip – “il sindaco illustra nuovamente il contenuto dell’accordo basato sull’artificiosa suddivisione di una prestazione unica”. Un accordo secondo il quale, si legge nelle carte, la rimanente quota da corrispondere alla radio si doveva fare carico il Comune di Avellino.

C’è poi la partita delle sponsorizzazioni per Gioform, società del marchio Eurochocolate. Sponsorizzazioni che Festa non esitava a chiedere anche a chi non avrebbe dovuto né potuto rivolgersi in base alla legge. Un prospetto indica le dodici imprese che hanno contribuito e le relative quote: “Vi sono alcune società con i cui rappresentanti Gianluca Festa ha costanti rapporti personali e alle quali – nella maggior parte dei casi – il Comune di Avellino è legato da importanti appalti”. In un caso, l’imprenditore sollecitato si sottrae: è il project manager di City Green Light, l’impresa della pubblica illuminazione. È consapevole “dell’illiceità della richiesta” perché preoccupato di una notizia arrivata da Trapani. “Hai saputo quel che ci è successo in Sicilia? Hanno arrestato quell’assessore a Trapani, e praticamente ci hanno… siamo stati coinvolti in una situazione e poi ancora: perché praticamente, pare che, non so, il capo area in Sicilia, in maniera pulita… limpida, ha fatto una serie di sponsorizzazioni richieste da questo assessore e poi l’hanno connesso ad un project che stavamo facendo a Trapani che poi abbiamo vinto”, spiega al sindaco. Festa prova a tranquillizzarlo dicendo che ad Avellino la situazione “è diversa”. Comunque City Green non ha versato un euro e il giudice, in questo caso, considera il reato di induzione indebita da contestare al sindaco “in forma meramente tentata”.

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Avellino, truccato anche il concorso per diventare vigile: così il sindaco distribuiva le risposte da “imparare a memoria”

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