L’Europa dell’auto fatica. In marzo, secondo i dati dell’ACEA, l’associazione che rappresenta i costruttori he operano nel Vecchio Continente, le immatricolazioni sono scese del 5,2% nell’Unione Europea, poco sopra il milione di esemplari. Considerando anche il Regno Unito (+10,4% nel mese) e i paesi dell’EFTA (Islanda, -71%, Norvegia, -50%, e Svizzera, -7%) la flessione è del 2,8%. Per il Centro Studi Promotor si tratta di “una contrazione decisamente severa (-21,9%) rispetto al livello dell’ultimo marzo ante-pandemia, che è quello del 2019”.

Il bilancio comunitario del trimestre resta ancora positivo: +4,4%, seppur a 2,8 milioni di immatricolazioni, con Francia e Italia in testa fra i grandi mercati con una crescita del 5,7%. Nell’Europa Occidentale le immatricolazioni da inizio anno sono state 3,395 milioni (+4,9%), ma – ricorda sempre il Centro Studi Promotor – rappresentano comunque una contrazione del 18,1% rispetto all’analogo trimestre del 2019, quello pre-pandemico.

Il calo pressoché generalizzato di marzo (in controtendenza ci sono praticamente solo Ungheria, +12,%, e Portogallo, +6,2%: fra i grandi mercati dell’UE l’Italia è quella che cede meno, il 3,7%, seconda solo alla Francia, -1,5%) fotografa una situazione che gli esperti, case automobilistiche incluse, avevano già previsto.

Non sorprende quindi il calo dei volumi delle elettriche, la cui quota è scesa dal 13,9% del marzo di un anno fa al 13% di quello di quest’anno (poco meno di 134.400 consegne). Le positive eccezioni sono il Belgio (+24%) e la Francia (+11%), mentre la Germania ha contabilizzato un calo del 29%. In termini assoluti nel primo trimestre del 2024 sono state vendute 333.000 auto a batteria con una crescita del 3,8% (un’avanzata inferiore a quella media del mercato) rispetto allo stesso periodo del 2023.

Le sempre più diffuse restrizioni agli incentivi (in Germania i bonus sono stati eliminati) sembrano aver fatto spostare l’interesse verso le ibride elettrificate, la cui quota in marzo è schizzata dal 24,4 al 29%. Ai clienti piacciono soprattutto le ibridizzazioni più leggere: infatti, le registrazioni delle plug-in hanno subito una flessione del 6,5% lo scorso mese, poco più di 73.000 pari ad una penetrazione del 7,1%. La dinamica non ha premiato il gasolio: in marzo la flessione delle immatricolazioni delle auto con motori diesel è stata del 18,5% e ha riguardato anche l’Italia (-28%); nel trimestre il calo ha sfiorato l’11%.

A livello di gruppi, marzo è stato più pesante per Stellantis (229.000), che ha perso l’8,7%, più dei rivali: Volkswagen Group (324.000) ha ceduto il 6,6% e il gruppo Renault (124.000) ha addirittura guadagnato (2,7%). Tra i marchi andati meglio ci sono Mitsubishi (+207%), Alpine (+138%), Honda (+64%), Lexus (+56%) e Volvo (+33%). Nel trimestre, invece, Stellantis avanza del 4,2%, contro il +0,7% di Volkswagen Group e il +2,2% del gruppo Renault.

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