Il consumo del vino nel corso del tempo si sta via via sempre più ringiovanendo con un aumento notevole fra più i giovani e con sempre più persone del nostro Paese che preferisce “bere italiano”. Questi sono solo due dei dati più significativi emersi dal report 2024 “Il consumo di vino per generazioni. Analogie e differenze dei modelli di consumo per età” dell’Osservatorio del mondo agricolo Enpaia-Censis presentato durante il Vinitaly. Il focus dell’indagine si è concentrata nello spiegare le variazioni, i cambiamenti e l’uso che gli adulti e soprattutto i giovani fanno del vino. Negli ultimi vent’anni, infatti, si è registrato un aumento dei consumatori tra i 18 e 34 anni, mentre sono diminuiti quelli tra 35-64 anni e anche tra gli over 65. Per i giovani il vino è visto come l’epicentro della relazionalità: il 67,7 % ama consumarlo con gli amici, il 45,5% lo fa fuori casa e il 34,4% durante i pasti. Per gli adulti resta importante la dimensione della convivialità poiché il 55,3% ama berlo in compagnia, il 55% a pranzo o a cena, mentre il 34,5% piace consumarlo nei luoghi fuori casa. Per gli anziani invece, in una fase della vita in cui la rete relazionale tende a restringersi, predomina il consumo ordinario soprattutto durante i pasti (circa il 79,1%). Ciò che resta invece immutato nel tempo per gli italiani è la passione per le bottiglie made in Italy per circa il 96,5% mentre l’83,1% predilige i vini Dop e Igp.

Per la stragrande maggioranza dei consumatori il vino rappresenta la qualità (96,1%), il gusto (93,8%), la tradizione (92%), l’identità e la sostenibilità (84,4%). Quindi il vino è ritenuto molto più di un prodotto di consumo perché va ben oltre le sue proprietà organolettiche. Il 93,8% ritiene che si può educare a bere con moderazione e responsabilità: ne è convinto l’88,4% dei giovani, il 94,3% degli adulti e il 96,9% degli anziani. Il 75,3% però è contrario a campagne negative nei confronti del vino o ad iniziative come gli alert sanitari sulle etichette. Per metà degli italiani inoltre è un’emozione anche scegliere un buon vino, un prodotto capace di attivare dei processi psichici molto coinvolgenti e capace di soddisfare il desiderio e la voglia di sperimentazione come il 71,7% dei consumatori che spinge a provare vini nuovi, diversi e originali. Oltre ai diversi valori associati al vino, sono emerse alcune specificità generazionali rispetto alle tipologie di vino più amate: gli adulti e anziani preferiscono i rossi, i giovani i bianchi e apprezzano più delle altre generazioni champagne, bollicine e rosé.

Inoltre altri due aspetti salienti emersi dall’indagine è che mentre il numero delle aziende agricole è diminuito del 34%, la superficie coltivata si è ridotta solo del 5%, ciò significa che ogni azienda ha una superficie coltivata maggiore rispetto a prima e che mentre il prezzo dell’uva da tavola è leggermente diminuito, il costo dell’uva da vino è aumentato del 3,2% dovuto all’effetto traino esercitato dal vino il cui valore è aumentato del 6,8%. Questo incremento di valore del vino registrato tra il 2021-2023 è comunque molto inferiore alla crescita dei prezzi di energia, concimi, sementi e antiparassitari, il cui incremento ha fatto registrare valori a doppia cifra. La grande sfida per i produttori adesso è riuscire a far fronte ai cambiamenti climatici. Ma gli italiani hanno fiducia nella capacità delle imprese vitivinicole di adattarsi alla situazione anche se questo cambierà con buone probabilità il prodotto.

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