La storia continua a dividere. Un piccolo comune in provincia di Padova, lo stesso dove è sepolto Giorgio Perlasca, che salvò la vita a migliaia di ebrei, ha respinto la richiesta di revocare la cittadinanza onoraria concessa a Benito Mussolini un secolo fa, ma non ha neppure approvato di riconoscere la stessa cittadinanza a Giacomo Matteotti, l’avvocato polesano fatto uccidere dal fascismo nel giugno 1924. Maserà è un centro di circa 9mila abitanti, con guida di centrodestra. In consiglio comunale è approdata la richiesta delle minoranze, sotto forma di mozione, per cancellare il riconoscimento che venne concesso come in tanti altri comuni italiani per rendere onore al capo del fascismo. Negli ultimi anni in molti comuni quella cittadinanza è stata revocata, non considerando che vi siano le motivazioni morali, politiche e di legame con il territorio per mantenerla.

Alla fine del dibattito, la maggioranza si è astenuta, bocciando la proposta. Il sindaco Gabriele Volponi ha dato una spiegazione: “Togliere la cittadinanza onoraria a Mussolini? È stata votata dai nostri antenati: io, sindaco di un paese di provincia, posso cambiare la storia?”. Però ha aggiunto: “”Ci siamo astenuti innanzitutto perché mancava la documentazione in merito al conferimento della cittadinanza a Mussolini. Cosa discuto se manca la delibera del conferimento? Sui racconti dell’opposizione?”. In qualche modo è sembrato mettere in discussione il fatto che la cittadinanza fosse un omaggio al gerarca e quindi il frutto di una determinazione non libera. Ha concluso: “Oggi va di moda dichiararsi antifascista, ma noi amministratori di una lista civica di un piccolo centro, votata per il nostro programma di sviluppo del paese e per far quadrare al meglio il bilancio, dobbiamo mettere mano alla storia altrimenti siamo cattivi amministratori?”.

In contemporanea però è stata respinta l’occasione del centenario della morte di Matteotti per proporre una specie di sostituzione. Via la cittadinanza a Mussolini, riconoscimento alla vittima del fascismo, diventato il simbolo dell’opposizione politica al regime che si stava consolidando. Non a caso durante un intervento in Parlamento lo stesso Mussolini si era assunto la responsabilità politica della scomparsa di Matteotti. Anche in questo caso la maggioranza di Maserà si è serrata, respingendo la proposta con una motivazione apparentemente tecnica del sindaco. “Per Matteotti era stata chiesta una cittadinanza onoraria post mortem e non sappiamo neppure se sia possibile conferirla. In paese c’è già una via intitolata a lui, anzi siamo siamo il paese dove è sepolto Giorgio Perlasca, non siamo certo filofascisti. La proposta arriva dall’opposizione prevalentemente grillina che evidentemente ha queste priorità”. Perlasca era il commerciante che contribuì a salvare alcune migliaia di ebrei destinati ai campi di sterminio nazisti durante la Seconda guerra mondiale.

Le mozioni avevano come prima firmataria Elena Coppola, portavoce del gruppo civico Comunità e Territorio, che ha postato un commento molto severo. “Pace e memoria, questi i valori minimi di civiltà che intendevamo rimarcare simbolicamente, visto il momento storico che sembra volerli lasciare cinicamente indietro. La maggioranza si è astenuta all’unanimità dimostrando, con diverse dichiarazioni il suo disprezzo per quegli stessi valori. Tra il negazionismo storico, lo spregio per il ruolo attivo della politica locale (quando si dice che non deve impicciarsi di questioni internazionali, come la guerra) e il continuo richiamo a più o meno inventati vizi di forma, spicca l’arroganza finale con cui il sindaco si rifiuta di articolare i veri motivi del suo voto alle mozioni”. Il sindaco, secondo le opposizioni, ha detto: “Abbiamo vinto le elezioni e andiamo avanti lo stesso, a prescindere dalla minoranza”. Commento finale di Comunità e Territorio: “Certe affermazioni della maggioranza, come quella secondo cui ‘l’unica certezza su Matteotti è che fu rapito e ucciso, dimostrano che non c’è alcun problema di vergogna da parte di una amministrazione sfacciatamente illiberale”.

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