Ultima tra i paesi Ue, anche la Spagna ha deciso ora di eliminare i cosiddetti “visti d’oro”, ossia i permessi di soggiorno concessi a chi investe almeno 500mila euro in immobili del paese ed ottiene così il diritto a risiedere nel paese iberico. Lo ha annunciato il primo ministro Pedro Sanchez, spiegando che martedì il governo avvierà l’iter per l’eliminazione della misura. Pochi mesi fa il Portogallo aveva fatto lo stesso. La legge era stata introdotta nel 2013 dal governo guidato dal partito Popolare, al fine di attrarre investitori stranieri in una fase di stanca del mercato immobiliare. La Spagna fu infatti uno dei paesi più colpiti dalla crisi del 2008. Una possibilità sfruttata soprattutto da facoltosi cinesi che hanno fatto acquisti soprattutto a Barcellona, Madrid, Malaga, Alicante o Palma di Maiorca, località che assorbono circa il 94% dei “golden visa” concessi in questi 10 anni.

Tuttavia rispetto al 2013 lo scenario immobiliare del paese è radicalmente mutato con prezzi che hanno ripreso a crescere vigorosamente mettendo in difficoltà i residenti in affitto o che devono comprare casa. “Le città dove si sono concentrati gli acquisti per i visti stanno sperimentando un mercato immobiliare molto alterato, dove è quasi impossibile trovare un alloggio dignitoso per chi ci vive e ci lavora e paga le tasse ogni giorno”, ha spiegato Sanchez aggiungendo che “Il modello degli investimenti speculativi immobiliari non è quello di cui il Paese ha bisogno, adotteremo le misure necessarie per garantire che l’edilizia abitativa sia un diritto e non solo un affare speculativo” (un meccanismo visto in opera in Italia per effetto delle leggi del governo Renzi, ndr). Da tempo, peraltro, l’Unione europea sollecita l’interruzione di questi programmi giudicandoli antidemocratici e rischiosi essendo un canale per fare entrare in Europa somme di denaro di opaca provenienza.

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