La Banca d’Italia conferma le sue previsioni di gennaio e lascia invariata la stima del Pil 2024 dell’Italia a +0,6%. Un dato piuttosto conservativo, leggermente al di sotto delle previsioni del Fondo monetario internazionale (+ 0,7%) e,in modo più marcato, inferiore della metà alle previsioni del governo (+ 1,2%). Nel 2025 la crescita italiana dovrebbe accelerare all’1%, che rappresenta però il valore più basso dell’area euro. Nel 2026, ma più aumenta la distanza temporale meno affidabile è la previsione, la crescita è vista all’1,2%. “L’attività economica beneficerebbe della ripresa della domanda estera e del potere d’acquisto delle famiglie ma condizioni di finanziamento ancora restrittive e il ridimensionamento degli incentivi all’edilizia residenziale peserebbero sugli investimenti”, scrive Bankitalia nelle ultime proiezioni macroeconomiche, confermando in sostanza che la soppressione del superbonus edilizio alleggerirà la pressione sui bilanci pubblici ma avrà anche un effetto frenante sulla crescita.

“Le stime della commissione parlano per l’Italia di una crescita dello 0,6-0,7% per quest’anno. Le confermeremo o le correggeremo, ma penso che in linea di massima le confermeremo attorno a metà giugno, quando presenteremo le previsioni ulteriori”, ha detto oggi il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni. “Uno il bicchiere lo può vedere mezzo vuoto o mezzo pieno”, ha aggiunto sottolineando che “abbiamo avuto 11 paesi in recessione in Ue su 27 e alcuni sono paesi grandi, economie importanti”. “Al tempo stesso – conclude – è vero che ci sono Paesi, come nella Penisola iberica, che hanno tassi di crescita maggiori di questo, però la media europea è molto simile al dato italiano sia per il 2024 che per il 2025”.

Secondo Banca d’Italia nel prossimo triennio “l’occupazione, in forte aumento nel 2023, continuerebbe a crescere ma a ritmi inferiori a quelli del prodotto“. “Il tasso di disoccupazione scenderebbe lentamente portandosi al 7,4% nel 2026 (ora al 7,5%, ndr), oltre 5 punti in meno rispetto ai picchi toccati successivamente alla crisi del debito un decennio fa”, scrive Bankitalia. La banca centrale rivede poi al ribasso le stime dell’inflazione che “diminuirebbe nettamente nel 2024”, all’1,3% (a dicembre scorso prevedeva 1,9%). “Il forte ridimensionamento dell’inflazione nell’anno in corso rifletterebbe principalmente il contributo negativo dei prezzi dei beni intermedi e dell’energia, solo in parte compensato dall’accelerazione delle retribuzioni (previste in aumento di circa il 3,5% all’anno in media nel triennio 2024-26). L’inflazione di fondo scenderebbe al 2% nella media di quest’anno e si ridurrebbe ulteriormente nel prossimo biennio”, scrive Bankitalia.

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