di Pietro Francesco Maria De Sarlo

Una delle scelte individuali, garantite dalla costituzione, è la possibilità di trasferire la propria residenza in qualsiasi parte d’Italia. Finché uno lavora e ha figli piccoli le scelte sono obbligate ma al momento del raggiungimento della pensione e con i figli in età adulta tutte le opzioni sono possibili. In qualsiasi posto del Bel Paese, si chiama così per qualche buona ragione, un pensionato ci può vivere bene. Però con l’autonomia differenziata forse vale la pena valutare dove ci sono i migliori servizi, visto che la tassazione sulla pensione è uguale in tutta Italia.

Come indicatore prendo la spesa pubblica pro capite. Una economia dove entrano più soldi pubblici sarà per definizione una economia più solida e con migliori servizi. Trovo i dati nei Conti Pubblici Territoriali. La regione dove nel 2021 c’è stata la maggiore spesa pubblica pro capite, con 36.208 €, è la Val D’Aosta.

Preciso che sono originario di un piccolo paese lucano. Uno di quei posti dove il divario con il resto del Paese è enorme, pare per questioni antropologiche. Così almeno dicono ‘intellettuali’ di rango. Ma già dalla prima media non sono più un problema ‘antropologico’ perché mi trasferii a Roma dove mi laureai a 23 anni in ingegneria. Ancor meno lo sono stato quando, per quasi 40 anni, ho lavorato a Milano e con qualche soddisfazione essendo stato nominato dirigente a 31 anni. Torno ad esserlo quando vado da pensionato al mio paese di origine.

Detto ciò se fossi un pensionato da 30.000 euro/anno, per esempio, mi converrebbe vivere in Val D’Aosta perché vivrei in un contesto dove la spesa pubblica è maggiore del 20% alla mia pensione. Non male, e poi sulle piste da sci di Valtournanche sono diventato un modesto sciatore e la gente e i luoghi mi piacciono. Però con l’età vivere in un clima così rigido forse non è il caso. Meglio il mare, in Sicilia ad esempio. E poi al Sud i soldi pubblici si sprecano.

Controllo per scrupolo, e invece sorpresa: le mie tasse sulla pensione rimangono le stesse però la spesa pubblica è di 15.446 euro pro capite. Persino la spesa per la coesione sociale è inferiore in Sicilia (5.904 €) rispetto alla Val D’Aosta (7.952 €). Forse mi andrà meglio in Campania. Sole, mare, pizza e mandolino ma anche qui pagherei le stesse tasse di Roma, dove vivo, e della Val D’Aosta a fronte di una spesa pubblica però di soli 13.875 euro pro capite. Per chi ha voglia di divertirsi può farlo qui. E il costo della vita? Per un pensionato i servizi, come la sanità, non sono compensabili con una pizza a buon mercato. E poi le tasse locali, regionali e comunali, al Sud picchiano più che al Nord.

Insomma abbiamo creato uno strano Paese dove i diritti della persone variano in base al luogo di residenza, una sorta di discriminazione territoriale. Non solo ma un cittadino è un problema antropologico quando vive al Sud per diventare cittadino laboriosi appena va a lavorare al Nord.

Si parla spesso di Stato Federale. Non esiste però uno stato federale a diritti e servizi variabili in base alla residenza. Molti si chiedono come abbia fatto la Germania in pochi anni, oltre ad aver pareggiato il gap infrastrutturale, ad aver sostanzialmente azzerato il divario tra Est e Ovest. Come negli Usa, anche in Germania ci sono trasferimenti di risorse tra i Länder più ricchi e quelli meno ricchi. Saranno questi i motivi per cui il divario è diminuito?

Però noi italiani siamo decisamente più furbi di tedeschi e americani. Vuoi mettere? Noi il modello federale lo realizziamo al contrario. Prendiamo le tasse nazionali, l’Irpef dei pensionati per esempio, e pretendiamo che con l’autonomia differenziata queste rimangano in misura ancora maggiore di oggi dove ci sono le regioni più ricche. E poi ci chiediamo perché il divario Nord Sud aumenta? Ah già, dimenticavo aumenta per ragioni antropologiche. E se c’è una ragione così semplice e condivisa, perché cercarne altre?

Il blog Sostenitore ospita i post scritti dai lettori che hanno deciso di contribuire alla crescita de ilfattoquotidiano.it, sottoscrivendo l’offerta Sostenitore e diventando così parte attiva della nostra community. Tra i post inviati, Peter Gomez e la redazione selezioneranno e pubblicheranno quelli più interessanti. Questo blog nasce da un’idea dei lettori, continuate a renderlo il vostro spazio. Diventare Sostenitore significa anche metterci la faccia, la firma o l’impegno: aderisci alle nostre campagne, pensate perché tu abbia un ruolo attivo! Se vuoi partecipare, al prezzo di “un cappuccino alla settimana” potrai anche seguire in diretta streaming la riunione di redazione del giovedì – mandandoci in tempo reale suggerimenti, notizie e idee – e accedere al Forum riservato dove discutere e interagire con la redazione. Scopri tutti i vantaggi!
Articolo Precedente

Santanchè, mozione di sfiducia alla Camera: le dichiarazioni di voto

next
Articolo Successivo

Sfiducia a Santanchè? Giachetti (Iv) la difende citando Renzi e Berlusconi: “Perseguitati dalla magistratura” – Video

next