Il Fenerbahçe terminerà la stagione in Süper Lig. Questa è la decisione presa dall’assemblea generale straordinaria del 2 aprile, che il club turco ha convocato per annunciare il suo destino in risposta alla maxi rissa scoppiata al fischio finale di Trabzonspor-Fenerbahçe del 17 marzo. “I nostri giocatori hanno detto che vogliono lottare fino alla fine per diventare campioni”, ha proclamato il presidente Ali Koç davanti agli oltre 25mila tifosi presenti e necessari per raggiungere il quorum e consentire la votazione. È stato così scongiurato il pericolo che tutti temevano, e che lo stesso Koç aveva paventato settimane fa: la possibile uscita del Fenerbahçe dalla massima serie della Turchia e il trasferimento in un altro campionato. Ma l’ennesimo episodio di violenza del calcio turco avrà comunque le sue conseguenze.

Il non ritiro – “Non c’è più posto per noi nel campionato turco. Siamo chiamati a prendere una decisione, se necessario saremo retrocessi. Ma meglio morire un giorno solo che morire tutti i giorni”, aveva detto a ridosso dei fatti Koç, poi annunciando che il da farsi sarebbe stato deciso con un congresso speciale. L’Ülker Stadium di Istanbul ha registrato il tutto esaurito e migliaia di tifosi sono rimasti fuori a offrire il loro supporto e attendere l’annuncio in pompa magna da parte del presidente, seguito dall’allenatore İsmail Kartal, dall’attaccante Bright Osayi-Samuel, salutato con standing ovation, e altri ospiti. Alla fine niente ritiro dalla Süper Lig, dove il Fenerbahçe resta secondo con due punti di distacco dalla capolista e rivale Galatasaray, ma sono stati annunciati altri provvedimenti.

Le misure – Prima su tutte la sottrazione dalla Supercoppa, che doveva giocarsi a dicembre ma è stata rinviata al 7 aprile, o lo schieramento dell’under 19 se non sarà nominato un arbitro straniero e, quindi, neutrale. Poi la non partecipazione alla Coppa di Turchia per due stagioni o, anche qui, l’impiego dei giovani, e infine un appello alla Uefa e alla Fifa, mostrato attraverso un video, per porre fine alla violenza che regna sul calcio nazionale.


Tuttavia, le mosse potrebbero non finire qui. Davanti al suo pubblico, Koç ha ribadito il sostegno ai suoi calciatori coinvolti nella mischia con i tifosi del Trabzonspor: “Se qualcuno riceverà una squalifica, anche di una sola giornata, daremo vita alla protesta via e-mail più grande che si sia mai vista”. Di fronte alla fresca sospensione di una giornata per Jayden Oosterwolde e İrfan Can Eğribayat allora, la dirigenza potrebbe muoversi in difesa degli squalificati. Anche la decisione sul non ritiro, comunque, resta sospesa ed è stata solamente rinviata, come sottolineato dal presidente del club: “La decisione di ritirarsi dalla Lega è stata accantonata fino alla prossima assemblea generale, tra tre mesi. È stato detto che dovremmo scegliere la formula che trasmette il messaggio più forte e causa il danno minore, provare ancora una volta le ingiustizie che abbiamo subito stabilendo buoni rapporti per non essere ritenuti responsabili in eventuali scontri che potrebbero verificarsi in futuro. Una volta usciti di qui, è allora che inizierà davvero il nostro lavoro. La vera lotta inizia da oggi”.

La ricostruzione – L’episodio che ha portato al congresso risale alla 30esima giornata di campionato. Al termine di Trabzonspor-Fenerbahçe, finita 2 a 3 con la rete decisiva all’87esimo minuto, un tifoso della squadra di casa ha fatto irruzione sul terreno di gioco spezzando i festeggiamenti degli ospiti. Alcuni calciatori hanno cercato subito di contrastarlo, innescando la rabbiosa reazione del pubblico che si è precipitato dagli spalti per difendere il compagno. Così si è formata la rissa in cui proprio Osayi-Samuel, accolto con grandi applausi all’assemblea, è poi diventato virale per la foto che lo ha catturato nel tentativo di difendersi con le sue mani da un ultras avversario prima di fuggire negli spogliatoi. Per questi fatti, la Federcalcio turca ha imposto al Trabzonspor la disputa a porte chiuse delle prossime sei partite casalinghe.

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