Ci sono vari pezzi da novanta nell’elenco di candidati tra cui, nei prossimi giorni, la Quinta Commissione del Consiglio superiore della magistratura dovrà scegliere i nuovi procuratori di Torino e Bergamo. I vertici dei due uffici inquirenti, tra i più importanti del Nord Italia, sono scoperti dall’estate dell’anno scorso, dopo i rispettivi pensionamenti di Anna Maria Loreto e Antonio Chiappani. Per quanto riguarda la città della Mole, sono ben dieci gli aspiranti alla successione di Loreto, prima donna nominata alla guida di una Procura distrettuale (cioè avente sede in un capoluogo di Corte d’Appello) nel 2019. In corsa quattro dei sei attuali procuratori aggiunti: la reggente Enrica Gabetta, Cesare Parodi, Patrizia Caputo e Marco Gianoglio (il pm che ha coordinato l’indagine sulle plusvalenze della Juve e ora segue quella sull’eredità Agnelli). Altri due aggiunti si candidano a fare il salto di carriera dalla lontana Palermo: si tratta di Marzia Sabella e di Paolo Guido, divenuto celebre per la cattura di Matteo Messina Denaro. I nomi in pole, però, sono altri: in primis quello di Giovanni Bombardieri, attuale capo dei pm di Reggio Calabria e unico procuratore distrettuale ad aver fatto domanda. Sulla carta l’unico a poterlo infastidire sembra Maurizio Romanelli, decano della Procura di Milano dove ha lavorato per quasi trent’anni, prima da sostituto e poi da aggiunto, conducendo importantissime inchieste antiterrorismo. Un passo indietro, invece, partono il procuratore di Alessandria Enrico Cieri e Alessandra Dolci, procuratrice aggiunta e capo della Direzione distrettuale antimafia meneghina.

Bombardieri, vicino alla corrente moderata di Unità per la Costituzione (UniCost), potrebbe attirare un consenso molto largo sia tra i consiglieri laici che tra i togati: d’altra parte, in base al Testo unico sulla dirigenza giudiziaria (la circolare del Csm che detta i criteri per le nomine) il fatto di essere già a capo di una Procura rappresenta un titolo preferenziale quasi insuperabile. A spingere per Romanelli però c’è il nutrito fronte progressista di palazzo dei Marescialli, da cui si sottolineano il suo prestigioso curriculum e la maggiore anzianità di servizio rispetto al collega reggino. Mentre i conservatori potrebbero decidere di convergere su Cesare Parodi, aggiunto torinese e storico esponente di Magistratura indipendente, la corrente di destra molto vicina all’attuale governo. Se anche Romanelli non dovesse farcela, comunque, avrebbe ampie chance di essere nominato a capo della Procura di Bergamo: a sfidarlo per la poltrona orobica ci sono altri due aggiunti milanesi, Alessandra Dolci ed Eugenio Fusco, appartenenti alla stessa area politico-culturale ma con minore anzianità. Da Brescia, poi, vorrebbe trasferirsi nella città rivale anche l’aggiunto Silvio Bonfigli, di UniCost, che vanta una stima trasversale e importanti incarichi ricoperti all’Onu, all’Osce e alla Presidenza del Consiglio. In corsa anche Maria Cristina Rota, attuale reggente dell’ufficio, considerata però fuori dai giochi. La discussione in Commissione inizierà probabilmente giovedì: per le proposte al plenum bisognerà attendere la prossima settimana.

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