Una storia triste, che ha rovinato la vita di un’intera famiglia. E sabato scorso, 30 marzo, sono andato alla conferenza stampa, indetta dal padre di questo povero bambino.

Conferenza stampa che lui stesso ha convocato, dopo che il caseificio produttore del formaggio, all’origine della grave e irreversibile malattia del piccolo Mattia, è stato premiato. Grande coraggio da parte di questo padre, che mette in evidenza la totale insensibilità nell’attribuire un premio di rilevanza ad un marchio che ha gestito una produzione in maniera sconsiderata.

Il signor Giovanni Battista Maestri, padre del piccolo Mattia, racconta che un giorno aveva acquistato il formaggio incriminato, fatto con latte fresco; un formaggio che in altri paesi è altamente sconsigliato o addirittura proibito come somministrazione ai bambini! E, sempre in conferenza stampa, afferma che è rimasto inorridito nel constatare che il caseificio produttore di tale formaggio sia stato inserito nei produttori valorizzati dal marchio dell’Apt (azienda di promozione turistica) della val di Non, dove appunto si trova Coredo.

E alla premiazione, con la presenza di eminenti esponenti politici come l’assessora all’agricoltura Giulia Zanotelli, è stato davvero toccato il fondo della decenza e anche del mancato rispetto verso una vita rovinata, quella di un bimbo che da sette anni vive in stato vegetativo, rovinando anche la vita a tutta una famiglia! Ma alla conferenza stampa non si è visto alcun politico, se non altro per testimoniare vicinanza ad un padre che combatte una battaglia di rispetto e di verità, che fa davvero urlare allo scandalo.

Una politica gestionale assurda da parte di chi non ha nemmeno il coraggio di prendere in esame il fatto che certi premi, prima di essere attribuiti, dovrebbero aver un approfondimento serio sulla gestione di chi li prende; certo, sarà anche solo marketing, ma chi si occupa di tale tema non ha nemmeno lontanamente pensato anche al danno di immagine che deriva da tale percorso superficiale e privo di rispetto per una famiglia che soffre, per una vita rovinata per sempre da una gestione sicuramente poco rispettosa delle regole igieniche di produzione, come nella sentenza è stato riconosciuto.

Ma Maestri, nella conferenza stampa, ha evidenziato anche gravi lacune nella gestione dei controlli di queste pratiche igieniche, denunciando che molto spesso i controlli vengono “annunciati” per tempo a chi li deve subire e questo, ovviamente, non è una cosa che presenta garanzia di tutela dei consumatori; e lo dice con grande determinazione, anche se questi dettagli spesso sfuggono a chi riporta notizie; certo il caso è eclatante e ancora una volta l’indifferenza della politica gestionale trentina si denota con grande clamore, poiché sono tutti pronti ad essere presenti alle premiazioni, ma poi all’assunzione delle responsabilità su fatti gravi si eclissano tutti o trovano scuse puerili.

Un’altra brutta pagina del Trentino, terra in cui vivo, lo ricordo e lo dico da autoctono: una pagina di vergogna.

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