Bomba d’acqua su Milano, tromba d’aria e voragine nel Varesotto, frana a Genova e neve sulle Dolomiti. Sono solo alcuni degli avvenimenti della notte di Pasqua che in Lombardia ha registrato quasi 200 interventi per danni da maltempo. Nella mattinata di domenica continua a piovere in particolare a Milano, dove ci sono stati forti temporali, anche se l’intensità del vento è calata rispetto a sabato sera. Sono ancora sotto controllo i fiumi Seveso e Lambro, ma resta l’allerta gialla diramata alle 18 di sabato su tutta la regione con rischio idrogeologico, temporali e vento forte.

Soltanto nel capoluogo lombardo, ci sono stati 74 interventi nella notte da parte dei Vigili del fuoco, in gran parte per alberi e rami caduti e impalcature danneggiate oltre ad allagamenti, senza coinvolgimento di persone. In particolare, ci sono stati disagi in piazza Frattini con le transenne del cantiere della M4 danneggiate dal vento e in due sottopassi chiusi e poi riaperti. Nessun intervento comunque da parte del 118.
Il maltempo proseguirà in Lombardia fino alla giornata di lunedì.

Per quanto riguarda le altre città, gli interventi sono stati 30 a Varese, 16 a Como, 20 a Lecco, 15 a Monza-Brianza, 11 a Brescia, 6 a Cremona. In particolare su Varese si è abbattuta una tromba d’aria. Nel comune di Gavirate, in via Cornelio Rovera, si è invece aperta una voragine ampia cinque metri e profonda sei metri a causa del cedimento del manto stradale. La voragine si è aperta a circa due metri di distanza da un’abitazione. Anziani genitori e figlia che vivono nella casa sono stati evacuati in via precauzionale e hanno trovato riparo nella casa parrocchiale. In via di valutazione l’agibilità dell’edificio e la chiusura della strada.

Nella notte la pioggia e il vento hanno messo a dura prova anche i Vigili del fuoco di Biella e dei distaccamenti volontari di Cossato e Ponzone. Una decina gli interventi di cui piante cadute sulle carreggiate, tegole smosse, allagamenti di cantine e qualche canala di abitazioni staccata. Poco prima di mezzanotte in corso Risorgimento, si è abbattuto un albero su di un’auto parcheggiata senza coinvolgere persone.

Circa 40, poi, gli interventi effettuati dai Vigili del Fuoco del Comando del Verbano-Cusio-Osso, a cause delle intense precipitazioni. Dieci squadre della Sede Centrale, distaccamento di Domodossola, i volontari di Stresa, Varzo e Omegna sono intervenute nel territorio dell’Ossola principalmente per allagamenti e piccoli smottamenti. Una colata di pietre e fango ha invaso la strada statale numero 549 di Macugnaga nel comune di Calasca Castiglione, località Molini, coinvolgendo due auto. La strada al momento risulta chiusa al traffico in entrambe le direzioni anche per i mezzi in emergenza.

In Liguria è critica la situazione a Bargagli, nell’entroterra genovese, a causa della frana che venerdì scorso si è abbattuta lungo la statale 45. Il fronte franoso risulta ancora attivo e la pioggia impregna un terreno saturo. Sono circa 400 le persone residenti nelle tre frazioni isolate: dopo il sopralluogo dei vigili del fuoco in zona è stato interdetto non solo il passaggio veicolare ma anche il passaggio pedonale. Non è ancora stata definita la riapertura della strada, non prima di mettere in sicurezza il fronte franoso per consentire ai mezzi di liberare la strada. Il comune ha sospeso l’attività didattica per gli studenti residenti nelle frazioni almeno fino al 5 aprile mentre il vicesindaco di Bargagli, che risiede in una delle frazioni isolate, si occupa dei soccorsi e dell’assistenza. Restano a disposizione i volontari della Protezione Civile per chi avesse bisogno di farmaci o beni di prima necessità.

L’ondata di maltempo ha interessato anche le montagne del Veneto, dove ha portato ulteriori nevicate sulle località delle Dolomiti in alta quota, sopra i 1800-1900 metri. Il quantitativo maggiore di neve fresca si registra a Re Vales, sopra Cortina d’Ampezzo (Belluno) con 33 centimetri, mentre a Monte Piana di Misurina ne sono caduti 10. Sempre nel Bellunese accumulo sopra i 10 centimetri anche a Cima Pradazzo, sul Monte Cherz e nelle cime sovrastanti Arabba.

In tutto il comprensorio montano della provincia di Belluno rimane alto il quantitativo al suolo con un massimo di quasi 3 metri a Ra Valles. Ha piovuto invece nelle Prealpi Bellunesi e Veronese, oltre che sull’Altopiano di Asiago, dove tuttavia rimane consistente l’innevamento. Sul Monte Baldo (Verona) si registrano 145 centimetri, mentre nei Sette Comuni il primato appartiene a Cima XII con quasi un metro e mezzo.

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