Aveva promesso “una Verona che pone al centro la ‘cura’”, “una città più sicura, più attenta alle famiglie, alla salute dei cittadini, all’inclusione dei più ‘deboli’ e alla trasformazione delle ‘diversità’ in risorse”. Però poi l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Damiano Tommasi (Pd) è stata la grande assente quando, il 25 marzo, nella sua città si è svolto un convegno del Coordinamento per il diritto alla sanità per le persone anziane malate e non autosufficienti, dedicato a un confronto di respiro nazionale sul tema garantire le cure di lunga durata del Servizio sanitario nazionale, a casa, in Rsa e nel fine vita” alla “persone malate croniche non autosufficienti e malati di Alzheimer o con altre demenze”.

Il Comune non ha mandato nessuno all’evento, che pure è stato ospitato nella sede della Provincia (di area leghista) e ha visto aderire esponenti politici come il presidente della Camera, Lorenzo Fontana (Lega), che ha mandato un partecipato messaggio alla platea e la senatrice Elisa Pirro (M5S), intervenuta insieme membri della Chiesa Cattolica come il vicario generale del Vescovo di Verona, monsignor Osvaldo Checchini; medici come il dottor Matteo Grezzana, Direttore Dipartimento Internistico del Distretto Ovest Veronese- Azienda Ulss 9 Scaligera; avvocati come Maria Luisa Tezza e professori universitari, come la professoressa Alessandra Pioggia, ordinaria di Diritto amministrativo dell’Università degli Studi di Perugia e il professor Costanzo Ranci, Ordinario di Sociologia economica al Politecnico di Milano, introdotti dal Presidente dell’associazione Di.A.N.A, Donatella Oliosi e coordinati da Andrea Ciattaglia, Direttore della rivista Prospettive. I nostri diritti sanitari e sociali.

Non solo. L’amministrazione comunale ha addirittura negato il patrocinio all’appuntamento che avrebbe rappresentato “una simbolica adesione all’iniziativa e alle sue finalità/modalità di svolgimento”, come si legge in un documento del Comune firmato dalla Dirigente dei Servizi Sociali dell’Ente e dall’Assessora alle Politiche Sociali e abitative Luisa Ceni, datato 22 marzo. “A motivazione di ciò si ritiene di non aderire (con l’esplicito avallo della Giunta, ndr) a tale iniziativa in quanto nella documentazione inviata a corredo della domanda, che presenta e motiva l’iniziativa stessa, si citano normative e provvedimenti statali/regionali attualmente vigenti che vengono ritenuti finalizzati, si cita, a ‘negare ai malati cronici non autosufficienti l’accesso immediato alle prestazioni Lea (domiciliari, semiresidenziali e residenziali) previste dalla legge nazionale… una logica escludente purtroppo sposata anche dalla legge 33/2023 sulla non autosufficienza e dal decreto attuativo approvato dal Consiglio dei ministri del 25 gennaio 2024 che non garantisce diritti esigibili'”, si legge ancora nel documento. Dove si spiega anche che la Giunta aveva già negato il patrocinio a un altro evento sulla legge 33 del 2023 organizzato da una differente associazione “anche se su un piano diverso”. La mancata adesione a quest’ultimo è dovuta “anche per una questione di par condicio”.

Eppure, sempre nel programma della lista Domani Tommasi delle amministrative del 2022, si leggevano frasi come “Verona è fatta di tante piccole e diverse realtà, ognuna delle quali merita un’attenzione particolare” e “creare una comunità più attenta ai bisogni delle persone singole e delle famiglie, all’inclusione e alla valorizzazione della diversità“. Ma saperne di più è impossibile, visto che dall’entourage del sindaco l’unica, asciutta, spiegazione che arriva sulla mancata partecipazione all’evento è che “non c’erano gli altri Comuni, l’assessora Ceni aveva un altro impegno in agenda“.

Nessuna esitazione, invece, dal Consiglio regionale del Veneto e dalla Provincia di Verona, che pure militano nel partito di governo che ha varato la normativa in discussione e hanno accordato il patrocinio all’incontro. Meno che mai da Fontana, che nel suo messaggio si è detto “certo che l’incontro odierno costituirà un importante momento di riflessione, offrendo un significativo contributo di idee e di proposte sulle misure da adottare per rimuovere gli ostacoli che ancora impediscono il pieno ed effettivo godimento del diritto alla salute, sancito dalla nostra Costituzione, su questo tema”.

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