Nelle ultime settimane, il timore di un’escalation fuori controllo del conflitto ucraino era nato dopo le parole del presidente francese, Emmanuel Macron, sul possibile utilizzo di truppe di terra europee in Ucraina. Su quel fronte, nonostante le dichiarazioni di martedì del ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba, che rispolverano questa ipotesi, tutto è al momento fermo. Ma il pericolo di uno scontro diretto tra militari Nato ed esercito russo arriva anche da Varsavia, per la precisione dalla bocca del viceministro degli Esteri Andrzej Szejna che in un’intervista a RMF24 “ha ammesso che si sta valutando la possibilità di abbattere i missili che volano verso il territorio della Nato”.

Se la Nato decidesse davvero di optare per questa strategia difensiva, le conseguenze sarebbero tutte da calcolare. Senza tenere conto della necessità di ricevere l’autorizzazione di Kiev, che viste le pressanti richieste di sostegno all’Occidente non dovrebbe avere problemi, resta da capire come la Russia potrebbe interpretare una mossa del genere. È vero che l’abbattimento di missili della Federazione a ridosso dei confini della Nato sarebbe motivato con esigenze difensive, ma il fatto che questo avvenga comunque in territorio ucraino potrebbe spingere Mosca a dichiarare guerra ai Paesi coinvolti facendosi forza col loro intervento diretto nel conflitto ucraino.

Le parole di Szejna trovano giustificazione nella violazione dello spazio aereo polacco, il 24 marzo, di un missile russo lanciato contro l’Ucraina. Stando alle denunce di Varsavia, uno dei vettori del Cremlino lanciati sul Paese di Volodymyr Zelensky ha sorvolato i cieli polacchi per 39 secondi. Il ministero degli Esteri aveva annunciato su X che “chiederà chiarimenti alla Russia. Soprattutto, chiediamo alla Federazione russa di fermare gli attacchi aerei terroristici contro gli abitanti ed i territori dell’Ucraina”.

Oggi, però, da Varsavia si fa un passo ulteriore in direzione dell’escalation: “Nella Nato si stanno analizzando vari concetti, tra cui quello di abbattere tali missili quando sono già molto vicini al confine dell’Alleanza. Questo dovrebbe avvenire con il consenso della parte ucraina e con la considerazione delle conseguenze internazionali. Poi i missili della Nato colpirebbero quelli russi al di fuori del territorio del Patto Atlantico”.