Anche Ken Loach manda il suo messaggio di sostegno al Festival Working Class che si svolgerà dal 5 al 7 aprile dentro la fabbrica Gkn. Un intervento che giunge dopo i messaggi video di solidarietà inviati dall’attore Elio Germano, dagli scrittori Stefano Massini e Valeria Parrella.

Il festival, giunto alla seconda edizione, e che raccoglierà all’interno dei locali della fabbrica una serie significativa della letteratura proveniente dal mondo operaio e del lavoro in generale (ci saranno sessioni sulla letteratura svedese, britannica, degli Stati Uniti e anche cinese con una notevole quantità di ospiti internazionali) rappresenta una delle tante iniziative che il collettivo operaio, riunito nel Consiglio di fabbrica ma anche nella Società di mutuo soccorso operaio Insorgiamo, ha costruito per tenere alta l’attenzione sulla propria lotta e soprattutto sul piano di reindustrializzazione autoprodotto, ormai in fase molto avanzata.

Il messaggio di Elio Germano, in particolare, che solidarizzando con la lotta e sottolineando l’importanza che “i vinti scrivano la propria storia, compresa la working class” è stato attaccato con poco lucida durezza dalla proprietà, la Qf che fa capo a Francesco Borgomeo e che finora non ha mai presentato un piano di rilancio nonostante la fabbrica sia chiusa dal luglio 2021: “Abbiamo visto uno spot di Elio Germano per l’evento abusivo che si vuole organizzare nel nostro stabilimento, – spiegava un comunicato del liquidatore di Qf Gianluca Franchi sabato 23 marzo – in maniera del tutto illegittima. ‘Scusi Germano, ma lei è consapevole che sta invitando il pubblico ad entrare in una proprietà privata, istigando a fare un atto illegale e solidarizzando con chi espropria immobili privati e ne dispone a proprio piacimento facendone business? O sta continuando a recitare la parte di ‘faccia d’angelo’ nel famoso film sulla Mafia del Brenta, personaggio che vive di illegalità? Attendiamo risposte, preparandoci a chiedere i danni e il rimborso dei costi per l’ennesimo business illegale fatto nel nostro stabilimento”.

Una nota molto nervosa, e molto scomposta con quel riferimento alla mafia del Brenta e al boss Felice Maniero interpretato da Germano, che però non ha fermato i messaggi di solidarietà. Fino a quello di Ken Loach, che non ha potuto venire in Italia per il Festival ma non ha voluto far mancare il suo sostegno:

Mi dispiace non potermi unire a voi al Festival, ma è un vero privilegio inviare un messaggio di sostegno alla straordinaria iniziativa che i lavoratori della Gkn hanno intrapreso” scrive il cineasta britannico. “Questo progetto dimostra chiaramente che i lavoratori hanno il talento, l’immaginazione e la determinazione per pianificare la produzione di beni di cui abbiamo bisogno e che ci serviranno per molti anni in futuro. Comprendono la necessità di proteggere l’ambiente, sia nella produzione dei beni che nel loro utilizzo. I lavoratori di tutti i livelli, dai lavori manuali più semplici ai progettisti e ai dirigenti, avranno tutti un impiego sicuro, con salari e condizioni adeguate che consentiranno a tutti di vivere una vita dignitosa e sicura. Questo è qualcosa che le grandi imprese e i datori di lavoro aziendali non forniranno mai. Il loro successo dipende dall’estrazione del profitto dal lavoro degli altri. Questo crea una grave disuguaglianza, una grande ricchezza per pochi e salari da miseria per molti. Il progetto GKN dimostra che gli sfruttatori hanno bisogno di noi, ma noi non abbiamo bisogno di loro“. Loach prosegue poi soffermandosi sul piano di rilancio: “Il progetto GKN è innovativo sotto molti aspetti. I lavoratori si collegano direttamente alla ricerca accademica per il bene comune. Questo mette in discussione il modello di ricerca esistente. La conoscenza dovrebbe essere nostra e condivisa, a beneficio di tutti noi, non acquistata dai profittatori. Anche in questo caso, la creazione di una cooperativa di lavoratori significa che c’è un’organizzazione seria sostenuta dall’intera comunità per realizzare questo entusiasmante progetto. Marciamo dietro le bandiere della solidarietà e dell’unità. Avete il diritto di chiedere che questo diventi realtà. Avete diritto a un sostegno attivo e concreto da parte di sindacati e partiti politici progressisti sia in Italia che a livello internazionale. State dando un esempio che tutti noi dobbiamo seguire. Spero che questi legami si stiano stabilendo e che altri riconoscano la serietà e l’importanza di ciò che state facendo. Con i più sinceri auguri di mantenere i vostri principi e di rimanere forti come lo siete ora. Solidarietà.
Ken Loach”
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I messaggi, assicurano i promotori, proseguiranno nei prossimi giorni: previsto quello di Piero Pelù e la crescita dell’iniziativa sembra stia innervosendo l’azienda che ha deciso di chiamare in causa il ministero degli Interni a cui ha inviato una richiesta di convocazione di un tavolo nonostante martedì 26 un tavolo ci sia già presso il ministero competente, lo Sviluppo economico a cui però Qf potrebbe non presentarsi. “Visto l’immobilismo della prefettura di Firenze e i fatti gravi, ivi inclusi rave party” scrive il liquidatore, la Qf fa sapere agli operai che l’unico tavolo considerato è quello agli Interni, quindi funzionale a una ipotesi di sgombero si deduce, “perché non esiste alcuna prospettiva di sviluppo e occupazione se prima non c’è il ripristino della legalità”.

La legalità cui pensa l’azienda, però, sembra essere molto creativa e autocentrata visto che, proprio a norma di legge, la Orlando-Todde contenuta nella legge di Bilancio 2021, l’azienda era tenuta a elaborare “un piano per limitare le ricadute occupazionali ed economiche derivanti dalla chiusura e presentaelo alle rappresentanze sindacali”. Qf ha rilevato Gkn dal fondo Melrose che l’aveva chiusa nel dicembre 2021. A oggi non ha presentato nessun piano: magari al ministero degli Interni sono sollecitati a chiederle di rispettare la legge.

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