La Lega contro sé stessa. Scarica il proprio sindaco uscente di Bassano del Grappa, Elena Pavan, per mostrare i muscoli a Fratelli d’Italia (disposti ad appoggiarla), anticipando così quel conflitto permanente che accompagnerà i due partiti del centrodestra da qui fino al tormentato dopo-Zaia. La Lega non vuole perdere il Veneto, nonostante la non ricandidabilità del governatore uscente giunto al suo terzo mandato, e teme contemporaneamente crolli elettorali a giugno. Così ha deciso di giocare in proprio, rinsaldando la base – piuttosto sconcertata dai progetti e dalle alleanze del segretario Matteo Salvini – e facendo capire al partito di Giorgia Meloni che è pronta ad andare allo scontro. Il che significa, nel 2025, una lista autonoma, magari sfruttando il nome di Zaia, ammesso che l’interessato ci stia, visto che continua a ripetere come un mantra che deve governare ancora per un anno e mezzo e deciderà solo alla fine cosa farà.

È così che si inquadra ciò che sta avvenendo a Bassano, il secondo comune veneto per popolazione (dopo Rovigo) in cui si andrà a votare a giugno. La Lega ha detto che il suo candidato sarà Nicola Finco, attuale vicepresidente del consiglio regionale, che in passato qualche distinguo lo aveva manifestato nei confronti di Zaia, ad esempio non approvando la legge sul fine vita che aveva nel governatore uno dei principali sostenitori. Su Finco c’è la convergenza di Forza Italia e dell’Udc, non quella di Fratelli d’Italia.

Il segretario regionale Alberto Stefani, della Lega, rinfaccia le divisioni interne ai meloniani. “A Bassano Fdi non riesce ad accordarsi al proprio interno, sono divisi anche sul nome di un loro eventuale candidato, e noi abbiamo fatto la nostra scelta. Basta attendere. Non chiudiamo comunque le porte a Fdi: ovunque, anche a giochi fatti da parte nostra, se ci sono ripensamenti potranno parlarci e presentarsi con noi”. Insomma, il partito che ha più voti (Meloni) dovrebbe accodarsi a quello che alle elezioni politiche ne aveva circa un terzo.

Le divisioni a cui allude Stefani rimandano a Elena Donazzan, unico assessore regionale di FdI, che non gradirebbe la candidatura Finco, preferendo la conferma della sindaca Pavan. Beghe locali? Fino a un certo punto, perché riflettono tensioni più generali. Lo dimostra il commento piuttosto asciutto di Luca de Carlo, parlamentare e coordinatore regionale. “La Lega ha scaricato il suo sindaco, virando su un altro candidato. Ne prendiamo atto, ma spero che l’ansia da prestazione in vista delle europee e la lunga volata verso le regionali non facciano passare in secondo piano l’importanza del governare bene e del tenere un centrodestra compatto”. Poi, alludendo all’accordo in fieri in altri comuni (Arzignano, Montecchio e Valdagno), aggiunge: “Se le altre forze politiche sono in grado di esprimere un candidato migliore, noi lo sosteniamo, per tenere unita la coalizione”. A Bassano, invece? “Certe prese di posizione, come quelle della Lega, ci mettono in forte difficoltà”.

Intanto Finco, in vista dell’annuncio ufficiale, anticipa: “Farò una campagna elettorale molto territoriale, quartiere per quartiere. La scelta è stata fatta dal mio partito, ma dopo 14 anni in Regione non nascondo che un’esperienza da sindaco non mi dispiacerebbe”. La rottura in casa Lega? “La continuità rispetto alla prima cittadina non deve essere un dogma: va valutata caso per caso, per non ripetere l’errore commesso a Verona con Federico Sboarina”. In quella occasione il centrodestra si divise e a vincere fu il centrosinistra.

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