Più trafficata di Città del Messico, ma comunque meno di Londra. Secondo i numeri della 13esima edizione del TomTom Traffic Index, lo studio effettuato dall’azienda di software per navigatori satellitari, Milano è la quarta città più trafficata al mondo in compagnia della capitale inglese, di Dublino e di Toronto, rispettivamente in prima, seconda e terza posizione. Dopo essere salita agli onori della cronaca per la quantità di polveri sottili registrate nell’aria, il capoluogo lombardo si conferma insomma città dei record anche per il traffico, non lontana però dalla capitale italiana: Roma si ferma infatti in dodicesima posizione, comunque un record da 164 euro di carburante all’anno spesi solo stando fermi. Per individuare la terza città italiana più trafficata bisogna scorrere fino alla 18esima posizione, dove compare un altro capoluogo del nord, Torino.

E le città asiatiche, drammaticamente famose per maxi-imbottigliamenti e code record? Le indiane Bengaluru e Pune sono in sesta e settima posizione, Manila in nona e Taichung in undicesima. Jakarta si colloca solo in 30esima e Nuova Delhi quattordici posizioni più in basso. Ma come è possibile che queste megalopoli facciano molto meglio di molte metropoli europee? Insomma, come funziona la metodologia di calcolo del TomTom Traffic Index? Innanzitutto la classifica tiene conto di 387 città in 55 Paesi, distribuiti in sei continenti. L’index viene calcolato basandosi sui dati delle stesse automobili e combina, ad esempio per il tempo di viaggio, molteplici fattori: infrastrutture stradali, limiti di velocità, congestione del traffico, cambiamenti nel flusso. Inoltre, tra gli altri dati presi in considerazione per confrontare gli stati del traffico in tutto il mondo c’è anche il confronto tra veicoli medi con motorizzazioni diverse.

Tra le varie analisi del TomTom Index c’è anche il tempo perso dai cittadini bloccati in auto, che a Milano ammonta a 137 ore all’anno. La differenza di tempo tra lo stesso viaggio in condizioni ottimali e i tempi di viaggio congestionati dal traffico è un fattore che complica la vita anche ai romani che, pur assestandosi nella dodicesima posizione del ranking, buttano seduti nell’abitacolo e fermi in coda ben 107 ore all’anno. La scarsa circolazione non colpisce solo l’organizzazione del tempo dei cittadini, ma anche il loro portafogli. Rimanere fermi nel traffico rappresenta infatti anche una spesa: a causa del traffico in Italia sono stati bruciati, complessivamente, 790 euro a testa di carburante in un anno, di cui 164 euro consumati senza che la macchina si muovesse. Un salasso che a livello di emissioni si traduce – sempre secondo i calcoli di TomTom – in 960 chilogrammi di CO2 emessa​, di cui 200 kg a causa della congestione.

Secondo le rilevazioni, il giorno peggiore per mettersi al volante nel 2023 a Milano è stato il 15 dicembre, quando per percorrere 10 km c’è voluto in media 36 minuti e 30 secondi. Cinque giorni dopo la data nera per la capitale: il 20 dicembre a Roma per percorrere 10 km in auto ci sono voluti 32 minuti e 50 secondi. Significa che in media si viaggiava a circa 20 km/h. Una velocità media che nelle ore di punta a Milano si ferma a 17 km/h, e nella capitale a 18-19 km/h. Ovviamente le differenze si registrano anche tra andate, ritorni e giorni settimanali: se a Roma, infatti, il momento peggiore per allacciarsi la cintura è il giovedì tra le 18 e le 19, a Milano è il martedì dalle 8alle 9.

Se quindi in Italia il triste primato va alla città lombarda, nel mondo le più congestionate per Stato sono, tra le altre, Parigi in Francia, New York negli Stati Uniti, Berlino in Germania, Amsterdam in Olanda. Un problema che affligge insomma tutte le grandi città, imponendo di interrogarsi su eventuali soluzioni. TomTom ne suggerisce alcune: a chi a Roma ha un tragitto casa-lavoro di 10 chilometri basterebbe stare un giorno a settimana in smart working, ad esempio il giovedì, per risparmiarsi, in un anno, 50 ore di traffico, 157 euro di carburante e 190 kg di Co2 rilasciata nell’aria. Inoltre, è stato anche dimostrato come, sempre lungo i 10 chilometri, monopattini e biciclette impieghino gli stessi tempi delle auto, con i motorini che si confermano essere i mezzi più vantaggiosi.

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