Nuove cause contro Apple, dopo che l’Antitrust Ue ha comminato una multa record da 1,8 miliardi di euro al gruppo per violazioni delle regole sulla concorrenza con i servizi di streaming musicale. Il Dipartimento di Giustizia e 16 procuratori generali statali hanno avviato una causa antitrust contro il colosso di Cupertino. Secondo il ricorso, Apple avrebbe violato le leggi anti monopolio, impedendo ad altre aziende di offrire applicazioni in grado di competere con prodotti come il Wallet, danneggiando così i consumatori e le aziende più piccole. Il ricorso è stato presentato presso il tribunale distrettuale del New Jersey. La denuncia civile sostiene che la società ha esercitato illegalmente un monopolio sul mercato degli smartphone tagliando fuori gli sviluppatori e soffocando i concorrenti con restrizioni punitive. Situazione critica che si riflette anche in borsa, dove Apple arriva a perdere il 3,3% dopo la causa.

Il Dipartimento di Giustizia e i procuratori generali accusano nello specifico l’azienda fondata da Steve Jobs di aver bloccato gli sviluppatori di software e le società di videogiochi dall’offrire opzioni migliori per l’iPhone, causando prezzi più alti per i consumatori. Secondo l’accusa Apple di fatto ha usato il suo potere nel settore degli smartphone per limitare la concorrenza e la scelta per i consumatori.

“Negli ultimi 12 anni Apple è diventata una delle società che vale di più al mondo” e molto è dovuto al successo dell’iPhone: Apple “ha mantenuto il monopolio nel settore degli smartphone violando le leggi antitrust”, afferma il ministro della Giustizia Merrick Garland, contestando la creazione di barriere per rendere difficile agli sviluppatori e ai consumatori di allontanarsi dall’ecosistema della società leader. Il monopolio non è di per sé in violazione delle leggi antitrust, ma lo è quando non è legato alla superiorità dei propri prodotti ma ad azioni mirate a ridurre la concorrenza, ha spiegato Garland, aggiungendo che Apple si spinge addirittura a rendere l’iPhone meno sicuro pur di mantenere il suo potere di mercato. “Se lasciata incontrastata, Apple continuerà solo a rafforzare il suo monopolio sugli smartphone”, ha affermato nella nota Garland.

Invece di competere con i rivali offrendo servizi più convenienti, insomma, secondo le forze dell’ordine federali e statali Apple ha imposto ”una serie di regole e restrizioni mutevoli” per “riscuotere tariffe più elevate, ostacolare l’innovazione, offrire un’esperienza utente meno sicura o degradata e limitare le alternative competitive”. Attraverso tale condotta, secondo quanto il Dipartimento di Giustizia e gli Stati sostengono nella denuncia, Apple “ha costruito e rafforzato il fossato costruito attorno al suo monopolio sugli smartphone”. La società californiana si trova ad affrontare un crescente controllo legale e normativo su diversi fronti, anche per l’accusa di esercitare la sua presa sui concorrenti e sui consumatori imponendo restrizioni e tariffe elevate nel suo popolare App Store.

Il gruppo fa sapere che “in Apple innoviamo ogni giorno per creare una tecnologia che le persone amano, progettando prodotti che funzionano perfettamente insieme, proteggendo la privacy e la sicurezza delle persone e creando un’esperienza magica per i nostri utenti. Questa causa minaccia ciò che siamo e i principi che contraddistinguono i prodotti Apple in mercati fortemente competitivi. Se avesse successo, limiterebbe la nostra capacità di creare il tipo di tecnologia che le persone si aspettano da Apple, in cui hardware, software e servizi si integrano. Inoltre, creerebbe un pericoloso precedente, dando al governo il potere di intervenire pesantemente nella progettazione della tecnologia per le persone. Riteniamo che questa causa sia sbagliata nei fatti e nella legge, e ci difenderemo con forza”.

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