Tra campo e calciomercato. Ma niente rivoluzioni. L’attacco del pezzo è dei più banali, ma la situazione è proprio così: la Juventus già pensa alla prossima stagione, con tante situazioni da risolvere e interrogativi a cui dare una risposta il prima possibile. A partire dall’allenatore, Massimiliano Allegri, che avrebbe ancora un anno di contratto a 7 milioni di euro netti più 2 di bonus. Un bell’onere, pensando a una società che da qualche anno è in totale spending review.

Le prime valutazioni sono quindi sulla panchina, anche se vedere un’altra guida della squadra per la prossima stagione sembra al momento molto difficile. Vero, Allegri di recente è stato contestato dai tifosi, e il rapporto probabilmente è al minimo storico, ma la fiducia della società resta e per due motivi: manca un nome che possa essere altrettanto competitivo per il budget che ha in mente la Juve; ad Allegri è stato affidato il compito di valorizzare i giovani provenienti dalla Next Gen. L’ha detto l’allenatore al The Athletic qualche giorno fa, l’ha ribadito anche lo Chief Executive Officier Massimo Scanavino. Che ha aggiunto: “Siamo tutti concentrati a ottenere la Champions e la finale di Coppa Italia”. Come a dire: “Obiettivi fissati e se dovessero fallire vedremo. Ma con calma”. E poi, per l’ipotesi dell’addio vanno pensate solo due strade: o una (improbabile) risoluzione, o la chiamata di un altro club. Sarebbe infatti impossibile, salvo casi veramente imprevedibili, pensare a un esonero, con il contratto che continuerebbe a pesare anche sul prossimo bilancio.

A proposito di Next Gen: è stata la grande scommessa bianconera, che oggettivamente sta dando buoni risultati. Miretti è quasi sempre titolare, e lo sarebbe anche Fagioli se non fosse per i guai giudiziari che tutti conoscono. Poi Yildiz, Iling-Junior e dall’anno prossimo anche Huijsen. Il difensore spagnolo, ora in prestito alla Roma, sa già che il prossimo anno vestirà il bianconero, e dovrebbe comporre con Bremer due terzi della difesa del futuro della Juve. L’altro difensore è ancora da valutare: Danilo resta, ma non giocherà sempre; mentre Alex Sandro e Rugani sono in scadenza. Il primo saluterà, il secondo dovrebbe rinnovare. Servirà un rinforzo, con Calafiori sogno costoso ma con l’area scouting di Giuntoli al lavoro per valutare anche profili meno affermati dall’estero.

Valutazioni e valutazioni, come a centrocampo. Il passaggio più delicato è rappresentato da Rabiot, che ha di nuovo il contratto in scadenza come 12 mesi fa ma che potrebbe essere ancora convinto a rimanere, se la stagione dovesse chiudere nel migliore dei modi. Altrimenti, per il francese si apriranno le porte della Premier League: piaceva e piace ancora al Manchester United, ma trattare con lui e la mamma agente non è mai facile. Poi, Koopmeiners. È il grande sogno dei bianconeri, e in queste ultime ore, almeno sui media, un segnale da parte del giocatore è arrivato: “Ho chiesto all’Atalanta di essere ceduto la prossima estate”, ha dichiarato il centrocampista al Telegraaf. “Mentirei se dicessi che non mi arrivano notizie di un probabile interesse della Juventus e club di Premier League. Naturalmente le leggo anche io o mi vengono inoltrate, ma deve andare bene alla mia società”. Per lui, servirebbero almeno 40 milioni di euro: sarebbe la stragrande maggioranza del budget previsto, un po’ come in passato era stato per Locatelli.

Ed è per questo motivo che le riflessioni portano anche ad Alcaraz: il prestito dal Southampton (che gioca la B inglese) è costato circa 4 milioni; il riscatto è di quasi 50. Una cifra che la Juve al momento non sembra intenzionata a spendere per l’argentino, nonostante le buone impressioni: l’idea di Giuntoli sembra quella di proporre il prolungamento, sempre oneroso, del prestito, proprio per evitare un esborso pesantissimo la prossima estate.

Che sarà possibile, Koopmeiners a parte, solo in caso di cessione importante. I nomi indiziati sono sempre due: Chiesa o Vlahovic. Entrambi in vetrina, ma solo se l’offerente dovesse davvero convincere squadra e giocatore. Altrimenti, si resterà così. E si “valorizzerà la Next Gen”, come da programma. Senza grosse rivoluzioni, insomma, ma con la voglia di costruire un pezzo alla volta, tenendo molto sotto controllo i conti. Giuntoli è stato chiamato per questo.

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