I tre minorenni erano stati già condanna nel settembre del 2023, oggi sono stati inflitti 10 anni e 8 mesi di carcere per tentato omicidio al diciannovenne accusato di avere scagliato una bici elettrica dalla balaustra dei Murazzi del Po a Torino ferendo in maniera gravissima uno studente universitario siciliano. L’episodio è del gennaio 2023. Il processo è stato celebrato con il rito abbreviato. All’imputato, che si è scusato per il gesto, sono state concesse le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti. I responsabili del gesto furono fermati l’8 febbraio dai carabinieri. “La cosa che fa più male è che non abbiamo riscontrato pentimento da parte di nessuno. Per il resto rispettiamo la sentenza” ha detto Giuseppe Glorioso, il papà della vittima.

“Spero che la sentenza sia di monito per quei giovani che il sabato sera, credendosi invincibili, si rendono scriteriatamente autori di fatti di questo genere” dice il difensore del diciannovenne, l’avvocato Luigi Tartaglino. Nel merito della sentenza, il legale sottolinea “l’importanza” della concessione delle attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti: “È stato giusto tenere conto che il mio assistito era appena diciottenne all’epoca del fatto e, quindi, già maggiorenne ma non ancora pienamente maturo”. L’avvocato si è anche detto “felice di aver stretto la mano al papà dello studente, una persona che sta sostenendo con grande dignità un dolore immenso”.

Dopo l’episodio per giorni i militari dell’Arma avevano analizzato minuziosamente le numerose testimonianze raccolte sul posto e nei giorni successivi e visionato le immagini dei sistemi di videosorveglianza cittadini e privati, oltre 120 telecamere e decine di ore di registrazioni. Dagli accertamenti era emerso che i giovani, giunti nei pressi del lungo Po Cadorna, dopo essersi affacciati dalla balconata, avrebbero preso la bici lanciandola di sotto senza un apparente motivo. Si sarebbero poi dileguati dal centro cittadino utilizzando un mezzo della linea pubblica con il quale avrebbero raggiunto il quartiere di provenienza. Alle indagini un contributo importante era stato fornito da alcuni giovani testimoni che, numerosi, aderendo agli appelli alla collaborazione, si erano rivolti ai carabinieri per raccontare quanto avevano visto.

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