Televisione

Pier Silvio Berlusconi: “La tv generalista? Si difende alla grande, noi assumiamo soprattutto giovani. La politica? Una cosa seria, non ci si può improvvisare”

Il tempo fornirà risposte concrete su una eventuale discesa in campo, nell'attesa c'è solo la televisione. E fare tv in Italia non è mai stato semplice "ma la televisione generalista se fatta bene, mantenuta viva e moderna, si difende alla grande. E nel nostro caso continua a dare soddisfazioni", dice da Cologno Monzese l'ad Mediaset al Corriere della Sera

di Giuseppe Candela

Dalla morte di Silvio Berlusconi le voci di un futuro in politica accompagnano suo figlio Pier Silvio, amministratore delegato e vicepresidente del gruppo Mediaset. “Ho già più volte risposto a questa domanda. La politica è una cosa seria, non ci si può improvvisare. Certo, da cittadino e da imprenditore penso che il ruolo di Forza Italia nel portare avanti il pensiero di mio padre, liberale e moderato, sia fondamentale come parte di questo governo e per il futuro del nostro paese. Ma io faccio l’editore e ora ho un progetto europeo da portare avanti”, spiega in un’intervista al Corriere della Sera.

Già nella sua prima uscita pubblica lo scorso luglio nel corso della presentazione dei Palinsesti Mediaset aveva escluso la sua discesa in campo: “Assolutamente no. Non scendo in politica, non ho alcuna intenzione di scendere in politica. La politica è un mestiere serio e oggi Mediaset attraversa un momento importantissimo di crescita e sviluppo. Ritengo di rimanere a Mediaset a fare il mio mestiere”, aveva dichiarato Berlusconi. Smentite, più o meno tiepide, seguite in questi mesi da numerosi retroscena, con sondaggi circolati, probabili annunci in arrivo e manovre politiche.

Il tempo fornirà risposte concrete, nell’attesa c’è solo la televisione. E fare tv in Italia non è mai stato semplice “ma la televisione generalista se fatta bene, mantenuta viva e moderna, si difende alla grande. E nel nostro caso continua a dare soddisfazioni“, dice da Cologno Monzese Pier Silvio Berlusconi. Non solo generalista, un mercato affollato da Amazon, Paramount, Netflix, Disney e tutti alle prese con l’ipotesi licenziamenti: “Noi, in controtendenza, assumiamo. E assumiamo per metà under 30 e per il 50% donne. Abbiamo già iniziato lo scorso anno con 250 ingressi e intendiamo andare avanti per altri tre con un complessivo di mille nuove assunzioni”.

Assunzioni che bilanciano solo in parte le uscite: “Avremmo potuto stringere la cinghia, ‘fare economie’, ‘fare efficienza’ come si dice in gergo aziendale e come fanno le grandi multinazionali. Invece abbiamo preferito puntare sullo sviluppo con orgoglio. E con un po’ di coraggio farlo mentre il settore dei media va in direzione opposta. Il nostro organico sta crescendo. E le dirò di più. Non assumiamo solo data scientist o digital oriented già formati che hanno un loro ruolo già definito in azienda, ma anche giovani che formiamo singolarmente e che seguiremo nel corso della loro carriera. Tra loro ci sono i nostri manager del futuro”, ha spiegato l’amministratore delegato.

Mediaset ha provato a cambiare volto con risultati altalenanti ma per l’editore serve tempo: “La linea editoriale che stiamo seguendo ha un obiettivo a medio e lungo termine. Al di là degli ascolti, che comunque nel complesso sono positivi, vogliamo offrire al pubblico un prodotto più moderno, familiare e a 360 gradi, che parli a tutta la popolazione. E me lo lasci dire, ci stiamo riuscendo”.

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