di Giovanni Ceriani

A proposto della protesta degli studenti di Partinico contro la intitolazione della loro scuola a Peppino Impastato perché “divisivo”, sorgono domande e pensieri ben tristi e desolanti.

Dopo le crociate contro i voti, contro le pagelle, contro i temi agli esami di stato, contro la didattica per conoscenze, contro le “sale professori” etc etc, ecco che qui siamo pure alla rivendicata equidistanza tra stato e mafia, tra legalità e illegalità, tra giustizia e furbizia.

Che l’antimafia sia un fattore “divisivo” è l’anticamera del considerarlo pure “ansiogeno”, “stressante”, “infastidente”.

In realtà, e a parte gli scherzi (quali scherzi?), qui siamo dentro una trasformazione di natura quasi antropologica dei soggetti sociali, talmente pervasi dal mercato, cioè dal “territorio” e dai “valori” del territorio (vedi autonomia differenziata) da pretendere la resa dell’ultimo presidio di legalità, cultura ed educazione rimanente: la scuola. L’assalto alla scuola è il tema centrale di questi anni ed effettivamente la sua occupazione vale la presa del palazzo d’inverno. Che siano attacchi dall’alto (governo) o dal basso (studenti) non fa differenza, visto che l’obiettivo è unico, con buona pace delle “buone intenzioni” e “antagonismi” dei collettivi vari.

Al contrario di questa misera narrazione, ricordiamo che “essere divisivi” è un valore di rilievo propriamente costituzionale. La Costituzione italiana del ’48 è polemica col presente, attacca ogni forma di privilegio, ingiustizia, sopraffazione. E la Costituzione non solo è polemica ma addirittura ripudia la guerra e con essa ogni forma di violenza pubblica o privata, di cui quella mafiosa è emblema e strascico doloroso della nostra Repubblica, da Portella delle Ginestre ad oggi.

La Costituzione è divisiva e Peppino Impastato è uno dei suoi figli prediletti. La scuola della Costituzione ne deve essere custode ed erede. La scuola del mercato, del “territorio” o della spoliticizzazione di massa è altro, ovvero antitesi ed erosione dei valori della Costituzione.

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