L’assegno unico per ora resta nell’Isee. Tagliando fuori le famiglie da altri aiuti e bonus, o riducendoli di molto. È questa la conclusione a cui è arrivato il governo a fronte dell‘allarme lanciato un mese fa dal forum delle associazioni familiari. La viceministro al Lavoro Maria Teresa Bellucci si è infatti limitata a promettere un tentativo di revisione, ma qualsiasi modifica ha un costo per le casse pubbliche e dovrà quindi essere attentamente valutata. “Tra le diverse ipotesi in campo”, ha detto Bellucci, “c’è anche la valutazione di come intervenire sulla prima casa, considerata un bene essenziale per la stabilità di ogni famiglia”. Tradotto: una possibile soluzione, secondo l’esecutivo di destra, sarebbe rimediare al pasticcio per cui l’assegno unico aumenta l’indicatore riducendo il peso assegnato alla casa. Una strada che non farebbe che moltiplicare le iniquità, visto che è evidente come – a parità di reddito – poter contare su un immobile di proprietà faccia la differenza sul bilancio familiare.

Tant’è: per ora lo stato dell’arte è questo, dopo la assai discutibile decisione di escludere dall’Isee i Btp per un valore fino a 50mila euro. Un nuovo incontro del tavolo di lavoro tecnico ministeriale è previsto per mercoledì 20, convocato dalla ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella. Se si riduce il peso della prima casa (ora la franchigia al di sotto della quale non si considera è un valore Imu di 52.500 euro incrementato di 2.500 euro per ogni figlio successivo al secondo) e si escludono le erogazioni percepite con l’assegno unico cresceranno ovviamente le famiglie che avranno diritto ai benefici come il diritto a rientrare nella prima fascia per l’asilo nido. Un altro tema è quello delle somme ricevute sul conto corrente sotto forme di arretrati (per esempio per l’invalidità) che al momento rientrano nell’importo del conto ma che le famiglie ritengano vadano escluse come accade per la pensione di invalidità.

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