Nella città dove vengono tolte le panchine con un bracciolo che le divide in due, retaggio delle giunte di centrodestra che serviva per impedire a extracomunitari e barboni di distendervisi sopra, accade che un senzatetto venga multato (50 euro) e riceva un Daspo (altri 100 euro) perché sorpreso a dormire, in un giorno di pioggia. La notizia che non ti aspetti è arrivata qualche giorno fa, ma sta creando ancora rumore perché l’amministrazione in carica è quella del sindaco di centrosinistra Damiano Tommasi, che ha improntato sui buoni sentimenti la campagna elettorale di quasi due anni fa. La denuncia è partita da Alberto Sperotto, presidente della “Ronda della Carità”, la onlus che opera per dare un aiuto a chi vive in strada. “È assolutamente inaccettabile che a Verona una persona senza dimora venga sanzionata per cercare riparo dalla pioggia sotto la pensilina dell’autobus. Le forze dell’ordine dovrebbero prioritariamente tutelare e assistere i più vulnerabili, anziché infliggere multe ingiuste. È vergognoso che, invece di offrire un’alternativa, venga applicata una sanzione senza alcun senso”.

L’uomo si trovava davanti al parcheggio “Verona Centro”, che è gestito dalla municipalizzata Amt3. Un custode ha avvertito i vigili urbani che a mezzanotte hanno identificato la persona e gli hanno notificato una sanzione. Dopo qualche minuto, visto che continuava a dormire, è arrivato un Daspo urbano per occupazione di luogo pubblico, con l’intimazione ad allontanarsi dal salotto buono di Verona. Secondo una stima, in una sola settimana di febbraio i Daspo per situazioni analoghe (anche accattonaggio, pulizia dei vetri…) sono stati una novantina. La polemica è rimbalzata in municipio, dove la maggioranza si divide. Dopo una nota di Funzione Pubblica Cgil, che ha difeso l’operato dei vigili, l’assessora alla Sicurezza, Stefania Zivelonghi, ha preso la palla al balzo per dichiarare: “Nel rispetto degli agenti che operano ogni giorno in una città dove le segnalazioni sono continue, anche in situazioni difficili, trovo particolarmente apprezzabile quanto sottolineato nel comunicato FP CGIL che invita, in merito alla vicenda della sanzione al senza tetto, a non usare il ruolo della Polizia locale per scopi propagandistici o strumentali”.

Si sono schierate in modo opposto, invece, 8 associazioni, la Ronda della carità, la Casa per gli immigrati, Emmaus di Villafranca, il Laboratorio autogestito Paratodos, l’associazione “Sulle orme”, la Cooperativa multiforme, l’associazione “Oltre il confine” e il circolo Pink LGB. Hanno lamentato che il giro di vite sia arrivato dopo un incontro con il sindaco e alcuni assessori in cui le associazioni avevano chiesto che le forze dell’ordine, nell’espletare il loro servizio, assumano un atteggiamento attento e rispettoso con le persone che dormono in strada o in bivacchi di fortuna, “per dare un segno tangibile di una città accogliente, soprattutto con le persone più fragili”. Leggono in quei provvedimenti il frutto del regolamento comunale di quella che chiamano “l’era Tosi”, riferendosi all’ex sindaco Flavio Tosi, prima leghista poi fondatore del gruppo Fare, che “è segnato da un inaccettabile inasprimento nei confronti di persone che vivono situazioni di grave emarginazione, rischiamo di far passare la povertà come una colpa e un reato, quando molti cercano un letto per notte perché i posti nei dormitori comunali sono sostanzialmente gli stessi degli anni precedenti”.

Jessica Cugini, che fa parte del Gruppo in Comune per Verona, ala sinistra della maggioranza comunale, contesta, oltre alla multa, la cultura della divisione. “Verrebbe da chiedersi se abbia un senso un regolamento comunale in cui il bivaccare per mancanza di alternative sia pensabile come reato. In nome di un decoro che appartiene evidentemente solo a chi una casa ce l’ha, a chi non è costretto a dormire per strada, anche quando magari ha un lavoro, uno stipendio, ma non la possibilità di accedere a un affitto in questa città così riccamente decorosa di alloggi turistici e b&b”. In una parola, “è la visibilità dei poveri a dar fastidio, non la mancanza di un diritto alla dignità. Ferisce la pensilina con un uomo circondato dai giacigli, non il fatto che un essere umano sia costretto a vivere in quel luogo”. La giunta comunale risponde ricordando “fatti concreti” del proprio impegno per i poveri. Ad esempio l’inaugurazione a due passi dall’Arena di una mensa, a disposizione della Ronda della carità, per 300 pasti ogni sera. Inoltre, sono 271 i posti-letto messi a disposizione per l’inverno, a cui se ne sono aggiunti recentemente altri 16, mentre la rete di assistenza prevede anche servizi di accoglienza residenziale, il monitoraggio da parte di una Unità di strada e un Pronto intervento sociale.

Riceviamo e pubblichiamo
Il sostegno agli uomini e alle donne della Polizia Locale del Comune di Verona nasce dalla consapevolezza che quotidianamente, pur operando in ambiti difficili, di emarginazione, povertà e difficoltà, adottano un comportamento improntato al “buon senso” e al rispetto delle persone. In tali contesti, sono chiamati a coniugare, con equilibrio, il senso di indulgenza che spontaneamente sorge nei riguardi di chi, nella difficoltà, adotta comportamenti non corretti, con il dovere di adempiere agli obblighi e ai compiti che gli sono demandati da leggi e regolamenti. L’invito, contenuto nella nota Fp Cgil, di non usare la Polizia Locale per scopi propagandistici e strumentali deve esser letto nel senso che è compito della società civile e politica quello di “cambiare” le regole che non risultano moralmente od eticamente accettabili. La politica veronese si assuma, senza ulteriore ritardo, il compito di modificare il regolamento comunale che ha creato tanto sconcerto ed indignazione nell’opinione pubblica.

Antonio De Pasquale
segretario generale Funzione Pubblica-Cgil Verona

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