Il Deutsche Städte- und Gemeindebund, l’equivalente dell’Anci in Italia che rappresenta circa 14.000 Comuni tedeschi, richiede allo Stato federale interventi di miliardi per la difesa della popolazione civile dai pericoli di una guerra. L’amministratore delegato del DStGB André Berghegger indica che è necessario intervenire per ripristinare i rifugi e costruirne dei nuovi, nonché dotare tutto il territorio di sirene d’allarme, stanziando almeno 1 miliardo di euro all’anno per i prossimi dieci anni. In un’intervista ai giornali del gruppo Funke ha dichiarato: “Ci è andata molto bene per tanto tempo. Questo ci ha reso un po’ imprudenti. Adesso non si tratta solo di rendere l’esercito capace di difesa. In generale si tratta di proteggere la popolazione dai pericoli legati alla guerra”.

Nel 2007 lo Stato federale ed i Länder avevano deciso di non tenere più in funzione i bunker costruiti nella Germania Occidentale durante la Guerra Fredda e li hanno dismessi. Dei circa 2.000 originari ne esistono ancora 599, non revisionati da più di dieci anni ed ormai inadeguati, detenuti dai Comuni o addirittura ceduti ai privati. Anche se fossero tutti rimessi in funzione si stima che potrebbero accogliere circa 500mila persone in tutto. Non sono peraltro neppure distribuiti in modo proporzionale alla popolazione su tutto il territorio: se in Baden-Württemberg ci sono ancora circa 220 bunker e in Baviera 156, a Berlino ne figurano solo 4, a Brema 2 e in Schleswig-Holstein 14 in tutto. Non esiste invece alcun dato sull’esistenza di vecchi rifugi nei Länder della ex DDR.

A margine di una visita al più grande bunker di Helsinki, una struttura con tanto di palestra 20 metri sotto il suolo, lo stesso ministro della Difesa Boris Pistorius ha ammesso che c’è necessità di intervenire: “Non potremo rimettere in funzione tutto lo stock esistente, ma sarà una parte del piano operativo per la Germania e del nostro piano di sicurezza integrata in quale modo si potranno creare nuovi spazi protettivi per la popolazione”, ha promesso. Un’ammissione schietta del margine di distacco dalla realtà finlandese che garantisce già oggi più posti nei rifugi rispetto alla popolazione del Paese.

D’altronde gli investimenti nella protezione civile dopo la fine della Guerra Fredda sono stati trascurati anche in altri settori e manca una rete estesa a tutto il territorio di sirene di allarme. Le sperimentazioni con avvisi sui cellulari sono state soddisfacenti, ma non si può prescindere anche dalla necessità capillare di allarmi acustici. Il professore Martin Voss, scienziato delle catastrofi della Università libera di Berlino (FU Berlin) va ancora più a fondo: “Ci sono lacune nei concetti di formazione, gli attori non sono sufficientemente preparati ad affrontare complessità; lo hanno dimostrato già le esondazioni del luglio 2021. Quanto non ci si aspetta, semplicemente non può accadere”, ha dichiarato all’emittente ZdF.

La corsa al riarmo che l’Europa ha intrapreso per far fronte all’attacco della Russia all’Ucraina, con quasi un raddoppio delle importazioni belliche registrato nell’ultimo rapporto SIPRI relativo al quinquennio 2019-2023, pone però anche altri effettivi problemi al dicastero della Difesa tedesco. Per il 2025 gli si delineano mancare da 4,5 a 6 miliardi di euro per poter effettuare gli investimenti previsti e mantenere gli impegni sottoscritti con la NATO. Un allarme che rinfocola in Germania il dibattito sulla riforma del freno al debito mentre è iniziata la discussione tra i ministeri sul bilancio per il 2025.

Il cancelliere Olaf Scholz è rigidamente contrario a sacrificare le spese sociali per quelle di difesa, come prospettato invece dal ministro delle Finanze Christian Lindner (FDP), al contempo vuole mantenere fede agli impegni NATO. Ma – secondo quanto riporta la Bild – non sono state ancora previste coperture per le spese aggiuntive di 700 milioni previsti per la ristrutturazione dell’aerodromo di Büchel, 5 miliardi per lo stazionamento delle truppe in Lituania e i costi per nuovi Eurofighter. D’altronde già ora per dotare 19 veicoli blindati da trasporto Boxer con il cannone anti-drone Skyranger di Rheinmetall le Forze armate tedesche spenderanno 595 milioni di euro, ed hanno un’opzione per altri 30 Skyranger. L’amministratore delegato del DStGB Berghegger censura invece come “un segnale fatale” che già nel bilancio corrente il budget dell’Ufficio federale per la protezione della popolazione e l’aiuto in caso di catastrofe sia stato tagliato di 40 milioni di euro.

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