Mentre il Kate-gate ancora infuria, si torna a parlare dell’uso che stiamo facendo dell’intelligenza artificiale, uso già piuttosto pericoloso rispetto ai facili entusiasmi per le magnifiche sorti e progressive che tanti hanno già celebrato per questo nuovo “entusiasmante” (lo scrivo tra virgolette, perché a me personalmente non entusiasma, al contrario mi annoia) sviluppo tecnologico.

Due fra i tanti incidenti che ormai quotidianamente accadono ci offrono l’opportunità di qualche breve riflessione. Il primo ha a che fare con la fretta, pessima consigliera soprattutto oggi che viviamo già normalmente un’accelerazione causata dall’intelligenza artificiale. In questo caso, l’esigenza di rispondere in fretta al pubblico che chiedeva con sempre maggiore insistenza notizie sulle condizioni di salute della principessa del Galles ha costituito il punto debole della catena dell’informazione. E a questo punto, che cosa ha fatto Kensington Palace?

Ha ritoccato con un programma di AI una foto della principessa per renderla più fresca e in forma di quanto, presumibilmente, fosse. La fretta di rispondere qualcosa per tenere a bada il pubblico e arginare le teorie del complotto e per mantenere integra l’immagine di un personaggio amato dal pubblico ha fatto la frittata. Fantastico. Qui lo strumento con cui si fabbricheranno sempre di più fake news e si manipolerà l’opinione pubblica diventa l’arma per combattere il complottismo. Manipolazione contro disinformazione. E vediamo chi vince.

C’è un altro esempio di oggi, ancora più succulento: una notizia diffusa da Televideo Rai con i vincitori e i grandi esclusi alla cerimonia degli Oscar 2024. La notizia è che “il film di Garrone, ispirato alla vita del capitano Schettino e al disastro della Costa Concordia”, è stato escluso “nonostante avesse suscitato grande interesse e aspettative”. Si vede lontano un miglio che la frase è stata formulata da intelligenza artificiale (se mai avete giocherellato con ChatGPT), usata probabilmente da un neoassunto. E qui cosa ha fatto il giovane neoassunto? Assolutamente niente. Ha lasciato che fosse l’intelligenza artificiale a cercare chi diavolo fosse Garrone e ha pubblicato la nota senza nemmeno controllare quello che ha scritto. È molto probabile che sia andata così perché in caso contrario, se cioè Garrone avesse girato veramente la storia di Schettino, come ha finemente osservato Massimo Salomoni, esperto di strategie di comunicazione per il digitale, “il titolo del film avrebbe avuto un punto interrogativo alla fine”. Quindi era impossibile sbagliare, e mi rifiuto di credere che in Rai oggi venga assunta gente così ignorante.

Tutto questo per dire che in assenza di un’algoretica come quella auspicata da Paolo Benanti, e in assenza di cultura, si possono facilmente installare tendenze e abitudini che porteranno la nostra società a diventare rapidamente un posto in cui nessuno di noi vorrebbe vivere. Altro che Grande Fratello, quella era roba per principianti. In realtà, non ce l’ho nemmeno con l’intelligenza artificiale. Come si può avercela con un elettrodomestico? Lo so, un giorno pagherò cara questa mia domanda retorica, i robot mi porteranno in tribunale. Ma fino allora cercherò di stare sempre in guardia e difendermi dalla nostra stupidità naturale. Dovremmo farlo tutti.

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