“Risultano inadeguati i controlli della società sui contenuti che circolano sulla piattaforma, in particolare quelli che possono minacciare la sicurezza di soggetti minori e vulnerabili”. È quanto si legge nella nota dell’Antitrust che ha sanzionato TikTok per 10 milioni di euro. La sanzione è stata diretta in particolare alle “tre società del gruppo Bytedance Ltd, ovvero l’irlandese TikTok Technology Limited, la britannica TikTok Information Technologies UK Limited e l’italiana TikTok Italy Srl”.

Secondo l’Agcm, la piattaforma social è responsabile di non aver assunto misure adeguate ad evitare la diffusione di tali contenuti, non rispettando pienamente le “Linee Guida” note ai consumatori che dovrebbero rendere la piattaforma uno spazio sicuro. Queste regole vengono anche applicate da TikTok senza tenere conto della vulnerabilità degli adolescenti, che talvolta genera difficoltà a distinguere la realtà dalla finzione e la tendenza ad emulare comportamenti di gruppo.

Per l’Antitrust a responsabilità di TikTok risiede anche nella diffusione di contenuti che possono minacciare la sicurezza psico-fisica degli utenti, specialmente se minori e vulnerabili. Un esempio di questo tipo di contenuti riguarda la challenge della “cicatrice francese“, una sfida, diffusa tra i giovanissimi, che consisteva nello stringere con forza le guance per creare delle lesioni e dei rossori che simulassero quello naturale. Secondo l’Antitrust, TikTok non è stata in grado di contrastare questo fenomeno.

Le accuse vengono mosse anche al funzionamente dell‘algoritmo: contenuti anche potenzialmente pericolosi vengono infatti sistematicamente riproposti agli utenti in base alla loro profilazione algoritmica, che seleziona costantemente quali video destinare a ciascun consumatore nelle sezioni “Per Te” e “Seguiti”. L’obiettivo è aumentare le interazioni tra utenti e il tempo speso sulla piattaforma, in modo da accrescere la redditività dei guadagni pubblicitari.

“I minori e i soggetti vulnerabili vanno sempre protetti”. Sono le parole presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, in merito alla multa dall’Antitrust. “Non è un caso se queste app, come chiesto dal Garante della Privacy, sono vietate ai minori di 13 anni. Le piattaforme possono fare di più sul fronte dell’age verification system“. Quanto alle challenge, per Dona “bisogna sempre vigilare e rimuovere contenuti anche solo potenzialmente pericolosi che istigano al suicidio, autolesionismo, alimentazione scorretta, indipendentemente dall’età. A maggior ragione – conclude – lo deve fare una piattaforma così popolare tra i giovani, ma per questo servono più controlli e investire di più sulla consapevolezza dei consumatori, cominciando nelle scuole”.

Per parte sua, la piattaforma respinge seccamente le accuse, in particolare quelle sulla challenge portata come esempio dall’Antitrust. “Il contenuto legato alla cosiddetta ‘cicatrice francese’ registrava una media giornaliera di soltanto 100 ricerche al giorno in Italia prima che l’Agcm annunciasse l’avvio delle indagini l’anno scorso. Da tempo abbiamo ridotto la visibilità di tali contenuti agli utenti di età inferiore ai 18 anni, escludendoli anche dalla pagina dei Per Te”.

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