“Davanti a quello che stiamo vedendo a Gaza, viene spontanea una domanda: cosa ce ne frega delle ragioni e dei torti se perdiamo il livello minimo di umanità? Ormai il diritto internazionale, da sempre caro alla nostra cultura occidentale e kantiana, non è più credibile. Qui ci vuole una soglia minima di umanità: invece di riunire l’Onu, bisognerà convocare i religiosi, gli intellettuali, i lavoratori che stabiliscano un codice su un livello minimo di umanità, perché qui siamo arrivati a cose veramente impensabili in luoghi che peraltro sono la culla antica della civiltà del mondo”. Sono le parole di Pier Luigi Bersani, intervenuto in un dibattito organizzato dall’associazione Idee per la sinistra sui temi della pace e dello sviluppo economico in Europa.

L’ex ministro si sofferma sulla tragedia palestinese e non risparmia la sua condanna a Israele per la reazione sproporzionata del suo governo agli attentati commessi da Hamas lo scorso 7 ottobre: “Di fronte a tutto questo, dire ‘cessate il fuoco’ è la cosa più spontanea che esista e che peraltro viene da tutto il mondo. ‘Sti americani non tirano giù le conseguenze delle loro parole, ma Blinken ha detto una cosa giusta a Israele: tutto quello che hai subito non giustifica e non può giustificare la disumanizzazione degli altri. È bene che Israele capisca – sottolinea – che questa sua reazione mette sulle sue giuste ragioni una macchia che non sarà ripulita. Questa è una cosa che va detta molto più chiaramente. Come dice Cacciari, il fatto che la Ue e gli Usa non siano in grado di fermare Israele, perbacco, è una cosa inaccettabile. Con tutto l’insulto sanguinoso e bestiale che Israele ha ricevuto dai terroristi di Hamas, questo modo di reagire non può essere indiscriminato”.

Bersani menziona poi la missione di alcuni parlamentari del Pd, del M5s e di Avs al valico di Rafah: “Non è possibile che ci siano tutti quei camion di aiuti umanitari bloccati con centinaia e migliaia di palestinesi che muoiono di fame. A uno di quei camion addirittura hanno fatto tirar via delle merendine di cioccolato perché considerate ‘bene superfluo'”.

E aggiunge: “Parliamoci chiaro: questa situazione nasce dal fatto che negli ultimi 15 anni, anche in Italia e anche nel centrosinistra, ci siamo attenuti colpevolmente al codice di linguaggio della destra israeliana, che è sempre stato questo: non esiste la questione palestinese, ma esiste il problema dell’Iran. Questa è stata una grande cazzata, perché la questione palestinese esiste ed è ancora in grado di incendiare la prateria – spiega – Questo succede anche per un piccolo problema: ci sono le opinioni pubbliche, anche nelle autocrazie. E la questione palestinese è una ferita che non si risolve a chiacchiere, cercando di spostare l’attenzione su altre cose. Adesso infatti stiamo vedendo che quella piaga lì sta incendiando attorno tutto (Mar Rosso, ndr), sperando che si fermi lì”.

L’ex segretario del Pd ribadisce: “La questione palestinese esiste e va risolta, poche balle. Certamente devono dare una mano i paesi che sono nel contesto e nello scenario mediorientale, però gli Usa e la Ue non possono continuare a fare ammonimenti generici. Israele è uno Stato che viene largamente sostenuto dagli Usa ma anche Biden sta cominciando ad avere seri problemi nella sua opinione pubblica. In tutto il mondo – conclude – c’è un moto di opinione pubblica su questo tema. Certo, se avessimo avuto una Europa diversa, avremmo potuto sì chiedere che la Ue esprimesse una voce occidentale, sostituendo il negoziato e la mediazione alle armi”.

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