C’è Luca, che dopo 17 anni in DreamWorks ora lavora in Google in Silicon Valley; c’è Nicolò, che studia l’energia del futuro al MIT di Boston; c’è Dante, professore di Economia Internazionale ad Harvard; c’è Stefano, avvocato e imprenditore in Vietnam; c’è Francesca, manager in Meta a New York; c’è Anna Maria, che si occupa di Internet of Things allo University College di Londra. Sono le storie degli italiani all’estero, di chi ci ha provato e ci è riuscito, delle – come preferisce definirle lui – “strade non prese” per arrivare all’obiettivo. Guglielmo Giuggioli ha 34 anni ed è dottore di ricerca e visiting researcher presso le università di Stanford e Berkeley: è sua l’idea di lanciare il podcast “The Roads Not Taken” per raccontare le storie, le prospettive, le voci e i ricordi di ricercatori, professori, dottorandi all’estero. La Silicon Valley descritta dagli imprenditori e manager italiani che lavorano in Google e Microsoft, le università di Stanford e Berkeley secondo i loro professori e professionisti. E ancora Boston, Ho Chi Minh, New York, Oxford, Cambridge, Londra, Tel Aviv: un viaggio che attraversa i più importanti atenei e centri di ricerca al mondo, ma che allo stesso tempo vuole offrire prospettive e punti di vista diversi per approcciare al mondo del lavoro.

Tante storie che si intrecciano con quella di Guglielmo. Durante il suo percorso universitario, infatti, il ricercatore originario di Roma ha avuto l’opportunità di frequentare tre programmi imprenditoriali negli USA, in Francia e in Germania grazie a tre borse di studio. Eppure anche la sua è una strada “non convenzionale”. Durante l’ultimo anno del dottorato, quando era ancora in Italia, c’era la possibilità infatti di fare un periodo di ricerca all’estero, dietro l’invito di un’università. “Eppure il mio supervisor mi ha consigliato di restare a Roma”, ricorda. Così decide di non ascoltarlo. Delle successive 40 email inviate “a freddo” da Guglielmo ai professori di imprenditorialità delle università più prestigiose al mondo, due hanno fatto centro. La risposta, infatti, è arrivata da Stefanos Zenios (direttore del Centro Studi Imprenditoriali presso Stanford) e Richard Lyons (capo Dipartimento Innovazione e Imprenditorialità di Berkeley). “Qui a Berkeley premiamo le persone che prendono l’iniziativa – scrive Lyons –. Per questo ho letto la tua mail inaspettata e ho deciso di offrirti questa opportunità”. I due professori, insomma, rispondono alla chiamata positivamente e invitano Guglielmo a trascorrere un periodo nei loro atenei.

Nel giro di pochi mesi arrivano per Guglielmo le due lettere di invito e il visto che lo portano in America. Prima di partire, era il 2022, decide di comprare un biglietto anche a Giorgio Chiantese, videomaker, che lo segue per registrare i primi episodi del format che si trasformerà nel podcast. “Quando sono tornato dalla California, ho avvertito le lacune di una parte del sistema universitario italiano: poca pratica, pochi collegamenti con il mondo aziendale e poca interazione nelle lezioni tra studenti e docenti che si fanno ancora dare del lei – ricorda Guglielmo al Fatto.it –. In Italia, all’università ci insegnano che esiste un’unica strada: quella per diventare dipendente. Però, nella realtà c’è anche un’altra strada meno battuta: quella per diventare imprenditore, o quantomeno ragionare con un approccio imprenditoriale anche all’interno di un’azienda”. Le carriere nelle università italiane, secondo Guglielmo, sono trainate dalla pubblicazione di articoli scientifici e “da qualche raccomandazione”. Tutto l’opposto di ciò che accade negli Stati Uniti e di quello che ha visto in Silicon Valley.

Le interviste realizzate da Guglielmo hanno tutte una struttura chiara e una durata simile: ogni episodio rappresenta uno spunto di riflessione che consente agli appassionati di ricerca scientifica, innovazione e percorsi fuori dagli schemi di “godersi una storia vincente” e trarne “ispirazione”. Per Guglielmo non serve solo elencare cosa non funziona in Italia nel sistema aziendale o in quello universitario, ma occorre condividere proposte e soluzioni concrete. “Un cambiamento credo sia possibile solo quando osiamo sfidare lo status quo e apprendere dalle prospettive diverse di coloro che hanno scelto strade non convenzionali e che lavorano nei più importanti centri di ricerca e innovazione mondiali dove questa strade poco battute vengono prese costantemente”. Anche per questo nasce il podcast, con la voglia di divulgare nuovi approcci, ispirare giovani, ricercatori e studenti a pensare in maniera diversa.

Oggi Guglielmo continua a fare ricerca e, nel tempo che gli rimane, si occupa dello sviluppo del podcast, alla ricerca di nuovi colleghi da intervistare. Il futuro, per lui, è “indipendente dalla sua posizione geografica”. Che sia in Italia o all’esterno, continuerà a esplorare strade poco battute. “Spesso in Italia, a livello personale e professionale, ci troviamo in una realtà che sembra limitare il nostro potenziale e che ci trattiene dal sognare. Queste strade non prese sono per definizione ancora vuote, ma allo stesso tempo ricche di opportunità. E spetta a questa generazione prenderle. Non tutti hanno il coraggio di farlo – conclude – ma c’è ancora tempo per cambiare il sistema”.

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