Umberto Maddolo aveva 62 anni quando nel dicembre 2021 morì per le complicazioni di un intervento al cuore. Con la riesumazione della salma si scoprì che l’equipe medica dell’ospedale di Salerno si era dimenticata nel torace un pezzo di garza. A capo di quella equipe c’era il primario di cardiochirurgia del Ruggi di Aragona Enrico Coscioni, presidente dell’Agenas (Agenzia Nazionale per la Sanità), ed a lungo consigliere per la sanità del governatore della Campania Vincenzo De Luca, una sorta di assessore ombra per l’ex sindaco di Salerno, un ruolo dal quale si è dimesso da qualche anno.

Da stamane, per accuse legate alla presunta imperizia professionale nel corso di quell’intervento, Coscioni è stato interdetto alla professione medica per un anno su decisione del giudice per le indagini preliminari di Salerno. La procura aveva chiesto di allargare la misura interdittiva anche alla presidenza dell’Agenas. Il giudice sul punto ha rigettato “e contro tale statuizione la Procura della Repubblica si riserva di proporre appello”, si legge in una nota a firma del procuratore Giuseppe Borrelli.

L’indagine è stata condotta dai carabinieri dei Nas di Salerno e nel registro degli indagati sono stati iscritti anche i sanitari che parteciparono all’operazione di “sostituzione valvolare aortica con bioprotesi e rivascolarizzazione coronarica” di Maddolo. Si tratta di Gerardo Del Negro e Pietro Toigo, entrambi interdetti dal giudice per nove mesi, Francesco Pirozzi e Aniello Puca, interdetti per 6 mesi.

Il gip ha desunto i gravi indizi di colpevolezza di omicidio colposo e responsabilità colposa per morte o lesioni in ambito sanitario, dalle testimonianze del personale ospedaliero e dagli elaborati tecnici dei consulenti del pm Lidia Vivaldi. Gravi indizi spalmati su diversi profili di colpa relativi al prima, durante e dopo l’intervento. Ed in particolare all’aver dimenticato un lembo di garza di 8 centimetri sul ventricolo sinistro del paziente.

“L’ordinanza cautelare ha evidenziato – si legge nella nota – l’esistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico del Coscioni anche in relazione al delitto di falso ideologico aggravato, ricavati dalle dichiarazioni dei colleghi e dalla mancanza di alcuna traccia nella documentazione sanitaria redatta a cura del primario della effettiva scansione temporale verificatasi in sala operatoria dalle ore 16, epoca del mancato colposo rinvenimento della garzina, alle ore 24 circa, quando il Maddolo veniva licenziato in rianimazione”.

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