Durissimo scontro a Omnibus (La7) tra il deputato di Forza Italia Giorgio Mulè e il senatore del Pd Walter Verini sugli attacchi della stessa Forza Italia e in particolare di Maurizio Gasparri contro Federico Cafiero de Raho, parlamentare del M5s e vicepresidente della Commissione Antimafia. Il partito guidato da Antonio Tajani, infatti, in merito all’inchiesta della procura di Perugia sui presunti accessi abusivi compiuti dal finanziere Pasquale Striano e dal pm Antonio Laudati, ha chiesto che in Commissione Antimafia siano vietate le audizioni di Cafiero De Raho, il quale, all’epoca dei fatti sotto indagine, era capo della Direzione Nazionale Antimafia (dal 2017 al 2022).

Mulè difende naturalmente Gasparri e motiva la richiesta di Forza Italia come dettata da una questione di opportunità. Poi si dedica a una lunga invettiva contro “le toghe rosse” e un j’accuse alla magistratura che, a suo dire, “ha perso nella grande maggioranza la sua terzietà”: “Vi invito a rileggere gli ultimi libri del dottor Palamara sul connubio totale tra magistrati di sinistra e il Pd, eccetera. Sarà un caso, ma come mai gli ultimi 3 procuratori nazionali Antimafia smettono la toga e il giorno dopo vanno nel Pd e nel M5s? C’è del marcio nella Procura Antimafia? Sì, signori, c’è stato del marcio nella Procura nazionale dell’Antimafia. Dirlo non significa attaccare l’istituzione”.

Verini replica ricordando di aver difeso Cafiero de Raho dagli attacchi di Gasparri: “Questo film, che ieri abbiamo visto nell’ufficio di presidenza contro un parlamentare come Cafiero de Raho, è identico a quello già visto qualche mese fa quando sono iniziate le audizioni sulla strage di via D’Amelio. In quell’occasione i rappresentanti delle destre chiesero a Roberto Scarpinato di andare via dalla Commissione e di astenersi dall’intervenire. E invece Scarpinato, rimanendo ovviamente lì al suo posto da parlamentare, ha dato un grande contributo durante le 20 ore di audizione dedicate alla strage di via D’Amelio, al connubio mafia-appalti, alle connessioni tra mafia, stragi e politica, che portano anche ai legami politici di oggi”.

Il senatore dem sottolinea: “C’è questa tendenza della destra a delegittimare la Procura Nazionale Antimafia. Vede, Mulè, oggi in Parlamento ci sono 141 avvocati e 4 magistrati, nessuno dei quali proveniente dalla sinistra. Se il Pd e il M5s hanno chiesto a personalità come Grasso, Roberto e Cafiero de Raho, che vivono sotto scorta e che hanno servito lo Stato per contrastare la mafia, di candidarsi e di dare il loro contributo indipendente in Parlamento, per noi questo è un onore. Ricordo che c’è qualcun altro che ha candidato Dell’Utri“.

Mulè sbotta contro Verini: “Allora significa che siccome Caterina Chinnici vi ha mollato ed è venuta da noi, il vostro partito puzza di qualcosa? Rita Dalla Chiesa è deputata di Forza Italia, ma che discorso è? Il problema è la terzietà”.
Verini risponde: “Veramente è esattamente il contrario di quello che dici. Grasso, Cafiero de Raho e Roberto non erano uomini di partito. Noi non abbiamo candidato personalità come quelle perché erano vicine a noi, ma perché la loro esperienza antimafia è utile al Parlamento. E noi vogliamo queste esperienze antimafia in Parlamento, altri meno“.

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