Max Strus fa la storia
Reggie Miller, nel 1995, vinse Gara 1 della Semifinale a Est contro i New York Knicks, segnando 8 punti in meno di 9 secondi. Gli Indiana Pacers poco prima erano senza speranza. Miller li portò alla vittoria con due canestri da fuori consecutivi (il secondo dei quali rubando palla dentro l’area per poi dirigersi intenzionalmente verso l’arco dei tre punti e pareggiare il punteggio) e due tiri liberi. Tracy McGrady in maglia Houston Rockets, nel 2004, vinse la partita contro i San Antonio Spurs con 13 punti in 35 secondi. Alcuni tiri da fuori scoccati sopra la testa (e la stessa coscienza) dei marcatori diretti. Il modo in cui Max Strus ha vinto (non è un’esagerazione) la partita contro i Dallas Mavericks questa settimana è del tutto comparabile a queste prestazioni rimaste ormai nella storia. L’ex Miami Heat ha segnato 15 punti in meno di 4 minuti di gioco: 5 su 5 da tre punti, con l’ultima tripla scoccata dalla propria metà campo. E dire che Strus non sta nemmeno tirando in modo eccelso in stagione, con un 34,1% che farebbe storcere ormai il naso anche se accostato a un centro (12,3, invece, come media punti). Tecnicamente, Max Strus è un tiratore in spot-up particolarmente solido, al suo meglio quando può uscire da un blocco o quando riceve uno scarico sul perimetro. Ha fisico, un gran rilascio della sfera, ed è molto bravo a posizionare velocemente i piedi per prepararsi al tiro. In generale, non una stella. Ma per una notte ha brillato come tale.

LeBron James
Nella vittoria sui Los Angeles Clippers, probabilmente, uno dei migliori ultimi quarti degli ultimi anni della sua carriera. Rimonta da meno 21, guidata, voluta, strappata dal suo essere (ancora) in grado di prendere in mano il gioco, quasi come Neo faceva con Matrix. LeBron James. Il Prescelto. Messi a referto 34 punti con 7 triple. Sulla soglia dei 40 anni. Nei Los Angeles Lakers, rimane l’unico in grado di creare continuità sul pick and roll, di prendere le decisioni giuste in base alla reazione della difesa senza soluzioni preimpostate, in modo naturale, con talento per la lettura del gioco (suo clamoroso punto di forza da sempre). A sette minuti dalla fine, servito da D’Angelo Russell in transizione secondaria, ha messo a rimorchio una bomba da nove metri abbondanti, davvero degna del miglior Ray Allen. Pensare che, entrato nella lega ormai 20 anni fa, proprio il tiro da fuori era considerato uno dei suoi punti deboli. In questa stagione, LeBron James sta segnando da tre con oltre il 40%. Non finisce mai di offrire nuovi spunti di riflessione. Visto (sempre contro i Clippers) fare a sportellate con Daniel Theis e strappargli un canestro da sotto con una discreta voglia di continuare a incidere sulle sorti della squadra. Si spera. I Lakers sono noni a Ovest e la post-season è ancora alla loro portata. No, nessuna speranza di vincere qualcosa che conta. Arrivare ai playoff, visto come si è messa la stagione, sarebbe già un bel traguardo per i gialloviola.

Oklahoma fino in fondo?
Squadra davvero dal grande potenziale. Con un’asse portante molto giovane, alcuni giocatori da sviluppare, ma la strada è quella giusta. Se il front office avrà pazienza e continuerà a costruire sull’attuale struttura, ci sarà da divertirsi nei prossimi anni. Gli Oklahoma City Thunder sono secondi a Ovest, dopo i Minnesota T-Wolves. Già questo è inaspettato. C’è da giurare che faranno dei buoni playoff, anche se per arrivare fino in fondo può darsi serva ancora tempo. Bisogna accumulare ancora un po’ di quelle partite toste, in cui la mano inizia a tremare, la palla diviene veramente pesante. È capitato a tutte le grandi squadre del passato. Oltre alla poca esperienza, probabilmente c’è la necessità di inserire una point guard che garantisca più pericolosità da fuori di Josh Giddey. Buono, senza dubbio, quando può creare dal palleggio, servire i compagni in penetra e scarica, guidare la transizione. Però, c’è da dire, lo paghi davvero troppo a livello di spacing. Per il resto, Shai Gilgeous-Alexander è già un potenziale MVP. Lu Dort da lanciatore seriale di mattoni, si è trasformato in un tiratore da quasi il 40% da tre, mentre in difesa continua a voler entrare sottopelle a qualsiasi avversario. Chet Holmgren è destinato a diventare uno dei migliori difensori della NBA. Nel frattempo, l’ex Gonzaga la mette da fuori col 40% e mostra un incoraggiante feeling per il gioco. Da seguire con occhi spalancati.

That’s all Folks!

Alla prossima settimana.

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