Elezioni Regionali in Sardegna. A più di un giorno dall’inizio dello spoglio, quando mancano 22 sezioni di piccoli Comuni che verranno scrutinate dai tribunali, vince, salvo sorprese, Alessandra Todde con circa 3 mila voti di vantaggio sul candidato del centrodestra, Paolo Truzzu.

Partiamo con ordine. L’esigua vittoria della candidata del centrosinistra è già una grande sorpresa. In Sardegna, dopo la divisione del centrosinistra con la candidatura autonoma di Renato Soru, si pensava ad una vittoria abbastanza facile del centrodestra. Ma le elezioni nascondono sempre alcune incognite che spesso non si vogliono ascoltare.

In tutto questo la prima grande sconfitta è Giorgia Meloni. La Presidente del Consiglio ha voluto imporre un suo amico come candidato presidente ma per farlo ha commesso vari grossolani errori. Per prima cosa ha aspettato due giorni prima della presentazione delle liste per scegliere definitivamente il candidato, delegittimando in maniera brusca il presidente uscente Solinas. E ciò ha prodotto notevoli malumori all’interno della coalizione. Poi ha scelto, nonostante il nome proposto dal centro sinistra, il peggior sindaco d’Italia, ossia Paolo Truzzu.

Bastava andare in giro per Cagliari e chiedere ai cittadini cosa pensassero del proprio sindaco, per capire che Truzzu non era ben visto. Ed, infatti, Truzzu a Cagliari ha perso di circa 13 mila voti contro la Todde.

Ecco questo l’errore più evidente: l’arroganza e la presunzione di poter vincere nonostante i sondaggi dicessero che Truzzu partisse perdente nella sua città. Tra l’altro la più grande e con maggior votanti. Qui sta il succo del discorso politico. Una presidente del Consiglio che sceglie i propri candidati non per competenza e bravura ma per amicizia. E nella vita l’amicizia va bene ma non può essere usata come parametro su tutto.

Ma è un modus operandi di Meloni. Basta vedere come distribuisce i ruoli più importanti ossia affidandosi prima alla parentela e poi all’amicizia più stretta. Questo inizia a creare notevoli problemi non solo alla sua credibilità ma anche alla fruttuosità delle sue scelte.

Questo elemento principale si inserisce nella diatriba politica ora interna al centrodestra. Una coalizione che in Sardegna si è piegata al volere di Meloni e che per paura ha accettato supinamente. E il risultato non è dei migliori in termini di voti: la Lega prende un misero 3,8%; Forza Italia, che in Sardegna stava sempre in doppia cifra, si ferma al 6,3%; ma anche lo stesso Partito della Premier si ferma al 13,6%. Insomma, dati che parlano chiaro.

L’altro aspetto importante è il disastro fatto dalla Giunta Solinas negli ultimi cinque anni. Una Giunta a trazione leghista che ha governato pessimamente e senza un minimo di lungimiranza. Il centrodestra pensava di cambiare solo il nome del Presidente all’ultimo momento per vincere facile contro una sinistra divisa, ma non avevano fatto i conti con la memoria dei sardi.

Vengo ora ai vincitori, se pur risicati. Vince Alessandra Todde che riesce a cavalcare e catalizzare il malcontento senza essere percepita come candidata di bandiera grillina. Ma attenzione: oltre ad essere una vittoria risicata, mette in mostra alcuni aspetti. Per prima cosa il partito della presidente, ossia il Movimento 5Stelle, si ferma in Sardegna al 7,8%. Non un grande risultato se si pensa che alle elezioni politiche del 2022 i grillini presero il 21%. Ma questo dato è utile per capire un’altra cosa: il Pd, che a queste Regionali ha preso il 13,8%, ha concesso a Giuseppe Conte la scelta del candidato Presidente. Per fare questo ha diviso il proprio partito, perdendo Soru e il suo 8,6%.

Il Pd ha rischiato di perdere. Se il Pd avesse ascoltato la sua base, facendo le primarie, avrebbe vinto queste elezioni con percentuali molto più alte e non avrebbe spaccato la coalizione. Ma in questi casi si guarda a chi vince che non sempre ha ragione.

Il popolo sardo era talmente stufo del centrodestra che avrebbe votato anche un alieno. E così è stato. Su questo hanno scommesso e rischiato un po’ tutti. E su questi errori dovrebbero riflettere un pochino tutti anche in vista delle Europee e delle prossime elezioni.

Da parte mia, un grazie particolare a Renato Soru che ha dato speranza nonostante le difficoltà e un panorama politico che era francamente imbarazzante sia a destra che a sinistra. Siamo sicuri che il suo lavoro non si fermerà. Un 8,6% preso dal nulla e che risulta essere più votato dei partiti nazionali.

Buona fortuna Sardegna!

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