La guerra in Ucraina continua a creare scompiglio nella politica statunitense. Joe Biden convoca alla Casa Bianca i leader democratici e repubblicani del Congresso. La ragione ufficiale è evitare un parziale shutdown del governo federale a partire dal 1 marzo. Il motivo vero è esercitare le ultime, disperate pressioni sullo speaker della Camera, Mike Johnson, affinché si decida a portare in aula il provvedimento per finanziare l’esercito di Kiev. Ma il Congresso è alle prese con un caso imbarazzante che riguarda forme di “guerra segreta” intraprese da funzionari Usa in Ucraina.

Al centro dello scandalo, raccontato dal New York Times, c’è Kyle Parker, tra i più influenti consulenti della Helsinki Commission, l’organo composto da membri del Congresso che si occupa di sicurezza in Europa e che in questi anni ha sostenuto l’impegno militare a favore dell’Ucraina. Parker sembra però essere andato un po’ troppo in là, diventando una sorta di agente di Kiev di stanza al Congresso. In una serie di post e letture pubbliche, il funzionario Usa ha spiegato di essere stato sette volte in Ucraina dall’inizio della guerra. Nelle foto scattate durante questi viaggi, lo si vede indossare la mimetica di Kiev ed esibire i simboli dell’esercito ucraino. In un post, Parker si vanta di “pianificare la liberazione del Luhansk”. In un video, lo si vede fare a pezzi un cappello militare russo e urinarci sopra. Il funzionario del Congresso avrebbe anche acquistato armi da destinare all’esercito ucraino per 30 mila dollari.

Non è un segreto per nessuno, a Washington, che gli Stati Uniti abbiano mandato propri esperti militari in Ucraina e che la Cia abbia creato almeno 12 basi lungo il confine russo, da cui monitorare le operazioni militari di Mosca e scambiare intelligence con Kiev – martedì scorso il direttore della Cia, William J. Burns, ha compiuto il suo decimo e segretissimo viaggio in Ucraina dall’inizio della guerra. Il caso di Parker è però diverso. Si tratta infatti di un funzionario degli Stati Uniti, in possesso di informazioni riservate del governo americano che, in caso di arresto da parte dei russi, avrebbero potuto finite nelle mani dei servizi di Mosca. Ora Parker si difende. Dice di essere andato in Ucraina a titolo personale, per convincere membri della famiglia a lasciare il Paese. Ma l’inchiesta ordinata dalla Helsinki Commission rivela la sua compromissione con il governo di Kiev. Parker rischia il licenziamento e in molti, nella politica americana, si chiedono ora quanti altri funzionari del governo Usa abbiano combattuto guerre segrete e private in Ucraina.

Riguardo alla guerra ufficiale, le ultime ore mostrano un pressing sempre più deciso da parte di Joe Biden per ottenere gli agognati fondi per Kiev. Il presidente ha accolto alla Casa Bianca Mitch McConnell e Mike Johnson per i repubblicani, Chuck Schmer e Hakeem Jeffries per i democratici. Johnson, speaker della Camera, si rifiuta di portare in aula la misura da 95 miliardi di dollari (di cui 60 per Kiev) già votata dal Senato e su cui Biden dice esserci “largo consenso tra democratici e repubblicani”. Probabile che la sua resistenza venga ammorbidita con concessioni dei democratici sui controlli al confine meridionale.

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