Forse non è troppo azzardato sostenere che alcune scelte stilistiche e talune economie costruttive delle recenti Volkswagen elettriche abbiano un po’ annacquato quel senso di solidità e qualità trasmesso dalle vetture della marca tedesca. Anche a scapito dei modelli termici e ibridi, probabilmente. Ragion per cui, per la nuova edizione di Tiguan – ma il discorso vale anche per Golf e Passat – il brand di Wolfsburg ha deciso di puntare forte sul pregio della realizzazione. In altri termini, Volkswagen è tornata a fare le Volkswagen.

E basta dare un’occhiata alla nuova Tiguan per rendersene conto: il modello ha il sapore del ben fatto, un retrogusto “premium” e sembra quasi strizzare l’occhio ai modelli Audi – il marchio dei quattro anelli appartiene al gruppo Volkswagen – di pari dimensioni. Al di là del design, più equilibrato che innovativo, è evidente che VW abbia riservato particolare attenzione al confezionamento della vettura, best seller della VW. La base tecniche rimane quella della piattaforma modulare MQB evo… evoluta più volte nel corso degli anni per ottimizzarne i contenuti tecnici (e i costi).

Lunga 454 cm, la Tiguan ha le dimensioni che piacciono al pubblico europeo, pur avendo fattura e tecnologie che sembrano arrivare dal più grande e costoso Touareg. È sufficiente una sbirciata all’abitacolo per accorgersene: materiali e rivestimenti sono belli da vedere e da toccare; e non mancano contenuti fino a pochi anni fa riservati ai veicoli di lusso, come i sedili massaggianti e ventilati. Certo, lo schermo a centro plancia da 15” sembra un po’ un televisore (quello base è si “soli” 12,9”), ma è il mercato a chiederlo (citofonare a Tesla per ulteriori ragguagli): in compenso, il sistema infotelematico funziona bene, è intuitivo come uno smartphone – e compatibile con Android Auto e Apple CarPlay – e dotato di assistenza vocale avanzata. Dallo schermo si controllano anche il climatizzatore e le varie impostazioni relative a motore, assetto e sterzo.

Pochi i tasti e le manopole sopravvissuti alla digitalizzazione: fra questi il rotore multifunzione posto sul tunnel centrale (ci si può regolare il volume dell’infotainment o anche selezionare le modalità di guida), con schermino incorporato; scenografico quel che basta e piacevole da utilizzare. Strumentazione tachimetrica analogica? Sopravanzata da uno schermo multifunzione da 10,2”, naturalmente; si gestisce tramite il volante che, ad avviso di chi scrive, potrebbe avere qualche tasto in meno ed essere un filo più semplice da adoperare. Ben fatto l’head-up display, che proietta le principali informazioni di guida sul parabrezza, nel campo visivo del driver. Capacità di carico? Oscilla da 652 litri a 1.650 litri a seconda della configurazione dell’abitacolo. Comodo il divanetto posteriore scorrevole di 14 cm in senso longitudinale, per riservare più spazio a passeggeri o bagagli.

E per chi, nonostante le necessità di famiglia, non volesse rinunciare a un po’ di “pepe”, c’è la versione R-Line, sportiveggiante nell’aspetto, che beneficia di un fascioni paraurti ad hoc, e nei contenuti, come assetto sportivo (ribassato di 15 mm) e cerchi da 19 pollici. Su strada la Tiguan più appagante da guidare è proprio la R-Line col motore turbodiesel da 193 CV, trazione integrale e cambio automatico a 7 marce: i diversi profili di guida consentono di appuntire la risposta del propulsore – che spinge sempre con vigore e alza un po’ la voce solo nella parte alta del contagiri – e cambio, mentre l’assetto si fa più fermo e reattivo, buono per sgusciare via compostamente fra le curve in barba al peso, non contenutissimo, e al baricentro alto. Buona la taratura dello sterzo, giusto mix fra prontezza e comfort, così come quella della trasmissione a doppia frizione, che assicura passaggi marcia fluidi, quasi come quelli assicurati da un cambio con convertitore di coppia.

Meno brillanti, ma più accessibili, le versioni 2 litri turbodiesel e 1,5 turbobenzina con mild hybrid a 48 volt, entrambe con trazione anteriore e 150 CV di potenza. L’ibrida (disponibile anche in variante da 131 CV) ha, dalla sua, una grande silenziosità di marcia, figlia pure di un’aerodinamica particolarmente efficiente: nel passaggio generazionale il Cx, l’indice di penetrazione aerodinamica, è sceso da 0,33 a 0,28, anche grazie al know-how che i tecnici VW hanno acquisito sviluppando le auto elettriche. Da segnalare il buon lavoro delle sospensioni attive a controllo elettronico, che consentono di passare da una risposta più morbida delle sospensioni, adatta ai lunghi viaggi, a una più frenata, utile per quando ci si vuole divertire un po’ fra le curve.

Curata la sicurezza di marcia, grazie alla presenza della frenata automatica di emergenza e del cruise control adattivo che riconosce i limiti di velocità del tratto stradale che si sta percorrendo. Per chi vuole il massimo in fatto di elettrificazione, ci sono le versioni ibride ricaricabili, con potenze di 204 e 272 CV, disponibili dall’estate e dotate di motore elettrico alimentato da una batteria da quasi 20 kWh: assicurano fino a 100 km di marcia in modalità 100% elettrica. I prezzi della Tiguan sono a partire da 39.700 euro.

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