Prosegue l’avanzata dell’esercito russo in Ucraina che annuncia di avere conquistato un nuovo villaggio: si tratta di Pobeda, nella regione ucraina di Donetsk. Un piccolo avamposto (come l’insediamento di Krynki) che arriva dopo la riconquista di Avdiivka e l’aumento della pressione sul fronte di Zaporizhzhia. Il ministero della Difesa di Mosca, citato dalla Tass, ha anche detto che nelle ultime 24 ore nel Donetsk sono stati eliminati 410 soldati ucraini, aggiungendo che le forze russe continuano a “guadagnare posizioni più vantaggiose” nei dintorni di Avdiivka, nell’est dell’Ucraina. Inoltre, le forze russe avrebbero anche respinto sette tentativi di contrattacco delle truppe di Kiev vicino agli insediamenti di Lastochkino, Kirovo e Pervomaiskoye.

Tutto questo succede a quasi due anni dall’inizio della guerra: erano le prime ore della mattinata del 24 febbraio 2022 quando il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato in un discorso in diretta tv il via a una “operazione militare speciale per “demilitarizzare e denazificare” l’Ucraina. Una mossa che ha cambiato i rapporti fra Mosca e l’Occidente riportando la guerra su vasta scala nel cuore dell’Europa e alle porte dell’Ue. Da quel giorno, secondo quanto riferito dal portavoce dell’Aeronautica militare ucraina, Yuri Ignat, la Russia ha lanciato più di 8.000 missili e 4.630 droni contro obiettivi in Ucraina.

“Dopo due anni di guerra sappiamo una cosa: è possibile combattere e vincere contro la Russia“, afferma Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, parlando a LaPresse. Podolyak sottolinea la necessità di avere un sostegno continuo, sia attraverso la fornitura di armamenti adeguati, sia con l’espansione delle sanzioni contro Mosca. Secondo il consigliere del presidente ucraino, questi ultimi due anni di guerra, hanno evidenziato la necessità di poter “combattere alla pari” con la Russia e che, con il sostegno dei paesi occidentali, le possibilità di sconfiggere Vladimir Putin “sono ancora alte”: “Abbiamo bisogno di risorse militari pari a quelle della Russia. Vale a dire – ha aggiunto – un numero comparabile di missili, munizioni, droni e aerei. Oggi, dopo due anni di guerra, le prospettive dell’Ucraina di chiudere la guerra in modo equo, con la perdita della Russia, non sono affatto cambiate: sono ancora alte, se si verifica una serie di condizioni”, ha spiegato il consigliere presidenziale. Podolyak, infine, invita a non farsi illusioni sulla possibilità di negoziare con Mosca: “La Russia non vuole i negoziati, ma la capitolazione dell’Ucraina, e non solo, e un dominio schiacciante in Europa”. Per l’Ucraina, ha sottolineato il consigliere di Zelensky, non esiste poi alcuna possibilità di pace senza il “ritorno obbligatorio dei territori occupati dell’Ucraina“, che resta “uno dei prerequisiti per porre fine alla guerra”.

Di tenore opposto le parole del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev: “L’esercito russo può raggiungere Kiev, poiché la minaccia viene da lì”, ha dichiarato Medvedev in un’intervista ai media russi. “Dobbiamo ancora lavorare molto e seriamente. Sarà Kiev? Sì, probabilmente, dovrebbe essere Kiev. Se non ora, fra un po’ di tempo, forse in qualche altra fase dello sviluppo di questo conflitto”, ha aggiunto Medvedev, spiegando che “stiamo parlando di una città russa, che ora è controllata da una brigata internazionale di oppositori della Russia, guidata dagli Stati Uniti. Da qui nasce la minaccia all’esistenza del nostro Paese”.

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