Si avvicina il momento in cui i caccia F-16 americani saranno a disposizione dell’Ucraina, mentre Vladimir Putin dice nuovamente di essere “pronto a un dialogo” con Kiev senza specificare quale siano i contorni attorno ai quali dovrebbe basarsi una trattativa. Il Paese guidato da Volodymyr Zelensky “dovrebbe ricevere i primi a giugno”, hanno detto al magazine Usa Foreign Policy due funzionari europei. Ad affermare che tra quattro mesi ci sarà la prima fornitura è stato il ministro della Difesa lituano Arvydas Anusauskas, citando una cronologia confermata da un altro funzionario europeo presente a Monaco, dove si è tenuto il G7 dei ministri degli Esteri. Entro settembre, stando alle previsioni del governo di Kiev, saranno addestrati 12 piloti.

La notizia arriva in un momento molto difficile sul campo per i militari ucraini, a corto perfino di munizioni. Negli scorsi giorni, l’esercito si è dovuto ritirare da Avdiivka, che secondo il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu è ora “sotto il completo controllo” delle truppe di Mosca. L’Ucraina tuttavia continua a fare danni: la difesa aerea ha abbattuto un cacciabombardiere russo Su-34 e i soldati hanno anche distrutto 12 droni d’attacco Shahed e un missile aereo guidato Kh-59.

Il tutto mentre gli Usa sono incagliati su nuovi stanziamenti a causa del cambio di maggioranza al Congresso. Il presidente Joe Biden, tuttavia, è tornato a rassicurare Kiev: “Ho parlato con Zelensky per fargli sapere che sono fiducioso che otterremo quei soldi. C’è così tanto in gioco”, ha fatto sapere l’inquilino della Casa Bianca spiegando che “nessuno può essere sicuro” che un’altra città ucraina, dopo Avdiivka, non cada prima che il Congresso approvi gli aiuti. “Lo trovo assurdo, immorale”, ha proseguito, assicurando che “combatterò per procurare agli ucraini le munizioni di cui hanno bisogno”.

Intanto è tornato a farsi sentire Putin che in un’intervista, citato da Interfax, ha sostenuto che la Russia è “pronta per il dialogo con l’Ucraina”. Il capo del Cremlino ha lanciato i consueti strali contro il blocco Nato: “Se non fosse stato per la posizione dell’Occidente, i combattimenti in Ucraina sarebbero cessati un anno e mezzo fa”, ha detto. “La Federazione russa anche dopo l’inizio” dell’invasione “ha cercato di porre fine al conflitto, ma l’Ucraina non lo voleva”, ha aggiunto. Alla domanda sul perché la Russia “non ha avviato prima l’operazione militare speciale”, il leader del Cremlino ha affermato: “Speravamo nella decenza dei nostri partner”, facendo riferimento all’attuazione degli accordi di Minsk. “Mosca non sapeva che gli europei non li avrebbero attuati”.

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