Da cittadino veneto, usiamo pure questa espressione impropria, mi sento imbarazzato e anche un po’ ridicolizzato di fronte alle contorsioni del dott. Zaia per ottenere il via libera dal Parlamento per un terzo mandato da Presidente regionale. In effetti, per Zaia sarebbe il quarto mandato. È difficile infatti non ricordare che la sua legge regionale che introduceva i due mandati del 2015 faceva salvo quello corrente. Quindi Zaia si è insediato nel lontano 2010 e ora vorrebbe concludere addirittura raggiungendo la quota storicamente significativa di un ventennio.

A suo tempo egli stesso era un fan orgoglioso del limite dei due mandati, ma poi ha cambiato evidentemente opinione. I politici italiani non brillano per integrità e coerenza, e questo è un vizietto arcinoto che ha colpito, pare, anche i governatori regionali.

Entrando nel merito del lungo periodo di Zaia, quale valutazione un semplice cittadino veneto come il sottoscritto può dare per quel che vede? Prendiamo tre settori importanti: opere pubbliche, sanità e urbanistica. Le due principali opere pubbliche sono state senza dubbio il passante per Mestre e la Pedemontana. La prima opera era assolutamente necessaria per ridurre le chilometriche code estive verso la riviera veneta e friulana, la seconda totalmente inutile e costosissima. Diciamo che si va a pareggio: una cosa buona e una cattiva.

Sulla sanità, devo basarmi sull’opinione di un mio collega esperto in materia che mi ha confidato che in fin dei conti Zaia ha lavorato discretamente, impedendo la deriva lombarda. Anche in Veneto la sanità privata è cresciuta, ma quella pubblica pur tra molte difficoltà sta tenendo. Considerando che la spesa sanitaria assorbe l’80% del bilancio regionale è una buona valutazione. Da cittadino però sono molto preoccupato. È da due mesi che cerco di prenotare una piccola ecografia alla mano ma l’ospedale mi risponde che non c’è posto. C’è invece subito poso dai privati dove spenderei il triplo. Un po’ per fare economia, un po’ perché credo ancora nella superiorità del servizio pubblico, aspetterò ancora qualche tempo.

Sull’urbanistica possiamo dire che la legge regionale di Zaia, partita con buone intenzioni, si è rivelata un disastro dal punto di vista pratico. La Regione voleva limitare l’edificazione, cioè il consumo del suolo, ma i limiti sono stati così larghi che invece è venuto un impulso opposto, anche perché è passata l’idea dell’edilizia contrattata. I sindaci hanno approfittato di questa insperata fonte di entrate e hanno cementificato intensamente, anche nel mio Comune dove sorgono villette e condomini a manetta. La colpa della cementificazione veneta non è di Zaia, ma dell’autonomia urbanistica concessa ai Comuni che è stata usata in maniera indiscriminata. L’autonomia non sempre è un valore, soprattutto quando ci sono di mezzo giganteschi interessi economici che la politica non sa, o non vuole, contenere.

In definitiva Zaia ha esercitato un’aziona amministrativa decente, con errori ma anche con soluzioni positive. Nulla di straordinario però per i cittadini veneti, date anche le limitate competenze regionali. La sua buona fama come amministratore è probabilmente dovuta alla sua presenzialità. Non manca sagra dei trattori o delle salsicce che sia priva della sua presenza. Questo per un leader politico regionale dovrebbe essere normale, ma pare che invece sia da elogiare, per la gioia delle tv locali che portano ovunque il verbo di Zaia, una pacca sulla spalla e un po’ di sano buon senso veneto, posto che esista.

Dove invece il cosiddetto governatore ha miseramente fallito è sul piano politico. Zaia ha costruito la sua fortuna, oltre al fatto che il Veneto è una Regione ex contadina e quindi in fondo conservatrice, portando in auge il tema dell’autonomia. È da venti anni e più che sbandiera la necessità di un Veneto autonomo. Ha portato a casa qualcosa? Direi nulla. La ragione è semplice. La battaglia per l’autonomia non si fa comodamente seduti a Venezia o a Treviso, ma a Roma. Invece il dott. Zaia ha pensato bene di starsene nel suo bel ritiro veneziano. In realtà ha fatto una comparsa nel IV governo Berlusconi senza lasciare traccia. La battaglia per l’autonoma è stata regalata ai leghisti lombardi. In particolare a quel tal Calderoli che non solo ha rovinato il Parlamento con il suo porcellum elettorale, ma ora rischia di rovinare quel poco di efficienza regionale con il suo porcellum 2, la nuova legge sull’autonomia differenziata. Insomma, Zaia ha preferito giocare nel campionato di serie B regionale e non in quello di serie A nazionale, incolpando Roma di non aver realizzato la mitica economia. A Zaia, come dice la pubblicità, piace giocare facile.

E questo mi porta ad una considerazione più generale sulla classe politica veneta. Un tempo, con il vicentino Mariano Rumor oppure il trevigiano Antonio Bisaglia, il ceto politico veneto era in grado di farsi sentire a livello nazionale e di offrire prospettive importanti. Politici di razza e tenacemente democristiani; verrebbe da dire conservatori in teoria ma progressisti in pratica. Ora di questi politici che avevano una caratura da statista nel Veneto si è persa ogni traccia, se guardiamo alla mediocre qualità della coorte di centro-destra che da anni governa la Regione. La Dc veneta era altra cosa.

Perché il Parlamento dovrebbe concedere il quarto mandato al dott. Zaia? Ragioni forse più che comprensibili da parte di chi vuole stare attaccato alla cadrega, come si direbbe dalle mie parti. Ma non mi risulta che esista la professione di presidente di Regione e comunque un cambiamento d’aria è sempre desiderabile, altrimenti si accumula molta muffa sulle pareti. Suggerirei una soluzione alla Di Maio che è stato nominato, e dunque sistemato economicamente, rappresentate speciale dell’Ue per il Golfo e che non si sente mai, nonostante ci siano forti venti di guerra da quelle parti. Per Zaia una buona poltrona di nuovo conio potrebbe essere quella di Alto rappresentante del Veneto presso l’Ue, così conserverebbe un ottimo stipendio e potrebbe fare sentire all’Europa la voce dei veneti. Se poi nessuno lo ascolterà, pazienza. Non siamo sempre alla fiera dei trattori o alla sagra della polenta.

Zaia, o chi per lui, non dovrebbe brigare per un quarto mandato per salvaguardare la sua dignità, ma soprattutto quella di noi veneti, che non andiamo in giro a elemosinare incarichi o poltrone ma ci impegniamo duramente – e i risultati si vedono.

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