“Oggi l’olio extravergine di buona qualità è considerato anche nella letteratura scientifica come un adiuvante in moltissime situazioni alle dosi di 3-4 cucchiai al giorno, 30-40 grammi o più, per pazienti con cancro, malattie dismetaboliche, sintomi dolorosi. Ci sono perfino trial con grande consenso scientifico”, esordisce la dottoressa Carla Ferreri, primo ricercatore di scienze chimiche presso il CNR. A renderlo tanto prezioso sono i suoi componenti, “a partire dall’acido oleico, che entra proprio nel metabolismo dopo che i trigliceridi vengono idrolizzati dalle lipasi; tra i suoi derivati ci sono dei composti antitumorali. Altri componenti importanti sono gli antiossidanti, con attività antiradicalica e antinfiammatoria. Sono presenti in piccolissime quantità ma sono potentissimi”. Alle nutrite prove scientifiche si aggiungono quelle epidemiologiche: “Nei Paesi mediterranei, area di origine e coltivazione dell’olivo, da millenni l’olio extravergine è un componente importante della dieta”. Non a caso, nel Mare nostrum ci sono due zone blu con un’alta percentuale di longevi: l’Ogliastra, in Sardegna, e l’isola greca di Icaria. Un condimento quindi di lunga tradizione, e solitamente usato sui cibi più che consumato da solo.

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Bere un cucchiaio di olio di oliva a digiuno ogni mattina è il nuovo trend: ecco tutti i benefici (confermati dalla Scienza)

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