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Il futuro del cibo: la chiave è un mix tra innovazione tecnologica e sostenibilità

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Se è vero (come sosteneva Napoleone) che fame e ventre fanno muovere il mondo, dal percorso del cibo possiamo ricavare molti spunti sul mondo di domani. Vivremo in un pianeta che grazie a noi può nutrire e accogliere più vita, o che a causa nostra può diventare più arido e inospitale. Cosa troveremo nel piatto, dunque: cosa ci servirà il futuro tra dieci o vent’anni? Mangeremo grilli e pillole multivitaminiche? Sapremo generare e difendere il giusto equilibrio tra gusto, salute, inclusione ed ecologia?

Scenari di opportunità: piatto ricco e sostenibile

L’abbondanza è un mondo dove le innovazioni tecnologiche come l’agricoltura verticale e la carne coltivata in laboratorio hanno ridotto sia la fame che l’impatto ambientale della produzione alimentare. Queste e altre tecnologie di agricoltura cellulare (per pesce, latte e latticini, caffè e altro) permettono di produrre cibo in modo sostenibile, utilizzando meno terra e risorse idriche. E liberando gli animali dall’incubo degli allevamenti intensivi.

L’intelligenza artificiale e i big data, poi, possono aiutare a ottimizzare la produzione e la distribuzione del cibo, riducendo gli sprechi e migliorando l’accessibilità al cibo sano per tutti. Oltre la frontiera, cibi proteici alternativi a base di proteine vegetali, alghe o insetti, e diete personalizzate basate sul DNA e sul microbioma intestinale, assicurano che ognuno riceva il nutrimento più adatto alle proprie esigenze: per essere sazi e per essere sani.

Scenari critici: piatto (e bicchiere) vuoto

Considerate tutte le incognite, timer o forno potrebbero tirarci brutti scherzi e servirci scenari molto meno ottimistici. L’aumento della popolazione e i cambiamenti climatici possono portare a scarsità di acqua e risorse alimentari, e a conseguenti conflitti.

La dipendenza cronica da cibo prodotto artificialmente a lungo termine può causare carenze e problemi di salute non ancora conosciuti. Le disuguaglianze economiche si amplificano: da una parte, pochi ricchi che si alimentano di cibo e acqua di alta qualità; dall’altra, poveri costretti a nutrirsi con prodotti di sintesi, acqua desalinizzata (in modo più o meno salutare) o cibi di scarto.

Transizioni possibili: un mondo a dieta bilanciata

La chiave che nutre il futuro potrebbe essere una combinazione di innovazione tecnologica e sostenibilità. Ricerca e sviluppo devono concentrarsi su soluzioni alimentari sia sostenibili che nutrizionalmente adeguate e sicure per l’organismo. Allo stesso tempo, è vitale educare la popolazione sull’importanza di fare scelte alimentari consapevoli. Con le buone, promuovendo diete a base vegetale e con un ridotto consumo di carne, e incentivando la produzione locale e stagionale. Oppure con le cattive: sugar tax e provvedimenti disincentivanti, già all’opera in diversi paesi nel mondo oggi.

Più di ogni cosa, però, dovremmo assicurarci che tutti abbiano un piatto in tavola. Ridurre le disuguaglianze nell’accesso al cibo attraverso politiche pubbliche, programmi educativi e collaborazioni tra governi, imprese e organizzazioni non governative. E dovremmo anche assicurarci una dieta varia, frutto di biodiversità, che va salvaguardata, evitando la tentazione delle monocolture e del “cibo universale” buono per tutti e in tutte le stagioni.

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