L’università di Firenze apre l’anno accademico e festeggia i suoi cent’anni alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. All’evento hanno partecipato, oltre alla rettrice Alessandra Petrucci, molti politici, dal sindaco Dario Nardella al presidente della Regione Eugenio Giani fino alla ministra dell’Università Anna Maria Bernini. Per questo è diventato l’occasione per gli studenti di portare all’attenzione delle istituzioni, oltre al ricordo della storia dell’ateneo fiorentino, le questioni più urgenti degli studenti di oggi. Se da una parte l’associazione studentesca Udu è stata trattenuta fuori dal teatro del Maggio Fiorentino per impedire qualsiasi forma di dissenso in occasione della cerimonia, dall’altra durante il programma ha potuto prendere la parola il rappresentante degli studenti Carlo Spadoni che parlando in positivo del suo percorso universitario ha messo in luce diverse difficoltà nella vita degli studenti, primo fra tutti il problema degli alloggi: “Per una città a misura di studente c’è ancora tanta strada da fare – ha detto – Oggi è presente una fascia di reddito grigia nella comunità studentesca, non coperta dai benefici del diritto allo studio, che non può permettersi di vivere in città, trovandosi così impossibilitata a frequentare le lezioni”. Tra le priorità indicate da Spadoni, oltre la costruzione di nuove residenze per gli studenti, anche quella di uno studio più approfondito della possibile convivenza tra lo studente e il turista, soprattutto in relazione al moltiplicarsi dei b&b e al rischio di un aumento degli affitti. “È solo grazie ad un approccio che possa coinvolgere una molteplicità di competenze che si può arrivare ad un contributo reale e non ideologico, finalizzato a salvaguardare il bene della comunità” conclude il rappresentante degli studenti.

Altro tema affrontato è l’obbligo di frequenza, tolto da molti corsi universitari, con il rischio di portare sempre più studenti a ricorrere per comodità alle università telematiche e a non instaurare un rapporto con il docente. “In questi anni – spiega ancora Spadoni – abbiamo verificato che quello che studiamo si illumina solo se affine al nostro essere, difficilmente un libro può sostituire l’incontro con qualcuno che già testimonia un legame evidente tra il suo lavoro e la sua identità. Senza un’adeguata riflessione e valorizzazione di questo rapporto studente-docente che è possibile solo in presenza, le università telematiche appetibili per la loro comodità saranno sempre più gettonate. Il valore della presenza non sono solo gli incontri con i professori e i compagni di corso ma anche vivere in una città che con il suo immenso patrimonio artistico e culturale permette di coltivare davvero un interesse per tutti gli aspetti della realtà”.

Nel suo discorso il presidente Mattarella ha sottolineato in particolare l’importanza di tre parole: inclusione, incremento e impegno inteso come adempimento del dovere, un felice richiamo alla sostanza della vita accademica. Nel suo intervento ha voluto anche rimarcare l’importanza dello Spazio, riprendendo una riflessione della direttrice di programmi di osservazione della Terra dell’Agenzia Spaziale Europea Simonetta Cheli: “Nello spazio si svolgono attività culturali, di ricerca scientifica, di consegna all’umanità di strumenti sempre maggiori di conoscenza. E se c’è un messaggio importante in questo momento è quello di far sì che lo spazio rimanga un ambito collaborativo di conoscenza scientifica al servizio dell’umanità e non di competizione commerciale e tanto meno militare. Anche in questo l’Ateneo di Firenze, in linea con la sua tradizione e la sua cultura, manda un messaggio con questa scelta di far parlare dello spazio e della sua ricerca scientifica” conclude Mattarella.

“Questa occasione solenne – ha detto la rettrice Alessandra Petrucci aprendo il suo discorso – è spunto per una riflessione condivisa, che possa penetrare nella complessità del presente e indirizzarci con maggior sicurezza verso l’immediato futuro. La nascita dell’Ateneo con la denominazione di Università nel 1924 è stata preceduta da una storia lunga e ricca. A cento anni dalla sua istituzione, l’Università è cresciuta con una comunità accademica che conta 3200 docenti, ricercatori e tecnici-amministrativi, oltre 51mila studenti nei corsi di primo e secondo livello, di cui il 7% internazionali, e mantiene un bilancio positivo di nuovi iscritti con oltre 10mila matricole per il 2023-24“. La popolazione studentesca, rispetto al passato, mostra un incremento: le donne iscritte superano il 50% e, in particolare nelle discipline STEM (scientifico-tecnologiche, ndr), sono oltre la media nazionale” afferma la rettrice. Petrucci ha ripreso questo dato per ricordare che l’Ateneo è molto attivo nelle iniziative per favorire la parità tra i generi, nel più vasto ambito delle pari opportunità e dell’educazione al rispetto e alla convivenza. “Il lavoro educativo – conclude Petrucci – è strumento per costruire azioni e cultura di pace, contro ogni forma di discriminazione, per favorire il rispetto dei diritti e della diversità, il confronto e l’accoglienza, la solidarietà e il dialogo, sollecitando le coscienze a condannare la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie e ogni violazione dei diritti umani, nello spirito della nostra Costituzione“.

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