In queste ultime ore la Gran Bretagna e il resto del mondo sono stati scossi dalla notizia della malattia che affligge re Carlo III ad appena un anno e mezzo dalla sua ascesa al trono. Quello che sembrava un normale ricovero e un intervento chirurgico relativamente semplice per risolvere una patologia benigna a carico della prostata si è rivelato molto più preoccupante di quanto si pensasse perché, proprio durante gli esami e gli approfondimenti svolti durante la degenza, al sovrano è stato diagnosticato un cancro.

Nonostante il comunicato di Buckingham Palace non abbia specificato quale sia l’organo aggredito dalla patologia, è stato escluso che possa trattarsi della prostata ed è stata diffusa la notizia secondo cui il tumore sarebbe trattabile e le “cure periodiche” sarebbero già iniziate. La scelta di re Carlo di rendere nota la sua malattia e di annunciare la cancellazione della maggior parte degli impegni pubblici su suggerimento dei medici pare davvero non avere precedenti nella storia della monarchia inglese, che nei secoli non ha mai diffuso notizie riguardanti le condizioni di salute dei regnanti; tanto che, anche nel caso di Elisabetta II, fino a pochi mesi prima della sua morte i comunicati ufficiali parlavano di impegni pubblici rimandati per generici problemi di mobilità e ricoveri atti a svolgere esami di routine, mentre la Regina era sempre descritta serena e di buon umore.

E’ molto probabile che Carlo III abbia optato per una comunicazione improntata alla più totale chiarezza, trasparenza e onestà nei confronti dei suoi sudditi perché, dopo aver atteso sette decenni prima di salire al trono, intende dare alla monarchia un’impronta più moderna e contemporanea spogliandola di regole, protocolli e rituali che non avrebbe senso mantenere nell’era in cui l’informazione corre veloce in tempo reale sui canali digitali. Se è vero che anche in passato la stampa inglese non ha mai risparmiato speculazioni e pettegolezzi su avvenimenti e particolari che i membri della famiglia reale tendevano a nascondere, a maggior ragione nell’era del web sarebbe impensabile pretendere il massimo riserbo anche riguardo ad argomenti intimi e delicati come la salute dei regnanti.

Altresì è fuor di dubbio che Carlo III intenda sfruttare al meglio questo momento difficile della sua vita per condurre una campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica riguardo alla prevenzione del cancro; non è da escludere che a breve possa fornire anche informazioni riguardo all’efficacia della terapia che ha intrapreso per curare un tumore che, stando almeno alle rassicurazioni provenienti dal primo ministro Rishi Sunak, sarebbe stato diagnosticato in una fase iniziale.

Proprio per queste ragioni viene da chiedersi come mai la stessa scelta non sia stata operata anche dalla principessa Catherine, moglie dell’erede al trono William e futura Regina. Di lei non si sono infatti più avute notizie da quando lo scorso 16 gennaio è entrata alla London Clinic, lo stesso ospedale in cui era ricoverato il suocero, per sottoporsi ad un non meglio precisato intervento chirurgico all’addome seguito da 13 giorni di degenza; da allora non c’è stata alcuna, seppur fugace, apparizione in pubblico allo scopo di tranquillizzare i sudditi, come invece è avvenuto per il Re che si è mostrato accanto alla consorte Camilla mentre lasciava la sua residenza di Clarence House dopo la diffusione del comunicato riguardante la sua patologia.

Di Kate sappiamo solo che si troverebbe in convalescenza presso la propria dimora all’Adelaide Cottage ma, in effetti, nessuno l’ha vista uscire dalla clinica e le indiscrezioni della giornalista spagnola Concha Calleja, bollate come speculazioni prive di fondamento dalla Royal Family, secondo le quali la Principessa del Galles sarebbe o sarebbe stata addirittura in coma farmacologico dopo un intervento chirurgico molto più complicato del previsto, sono alimentate e continuano a proliferare proprio per la scelta di non divulgare alcun particolare sul tipo di patologia che affligge la futura Regina.

Due strategie di comunicazione diametralmente opposte che inevitabilmente non sopiscono l’interesse dei tabloid intorno alla salute di due importanti membri della casa reale britannica ma, se è possibile, ne acuiscono maggiormente la curiosità.

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