Musica

Sanremo 2024, Giuliano Sangiorgi: “Cosa non mi perdono? Aver dimenticato mio padre per il dolore. Coi Negramaro ricominciamo tutto senza pregiudizi”

Giuliano, Andro, Lele, Ermanno, Danilo e Pupillo debuttano al Festival tra i Big con un inno di speranza che invita al coraggio di perdonare e perdonarsi, per rinascere, ogni volta

di Andrea Conti

Dopo aver partecipato tra le Nuove Proposte nel 2005 con “Mentre tutto scorre” (per poi essere poi clamorosamente eliminati) ed essere stati super ospiti nel 2018 e nel 2021, i Negramaro “debuttano” tra i Big al Festival di Sanremo 2024. Giuliano, Andro, Lele, Ermanno, Danilo e Pupillo tornano sul palco dell’Ariston con l’intenso brano “Ricominciamo Tutto”. La band, la prossima estate, sarà live in un tour che li vedrà esibirsi il 15 giugno allo Stadio Diego Armando Maradona di Napoli, il 18 giugno al Blueenergy Stadium Stadio Friuli di Udine, il 22 giugno allo Stadio San Siro di Milano, il 3 luglio allo Stadio Franco Scoglio (San Filippo) di Messina e il 6 luglio allo Stadio San Nicola di Bari.

“Abbiamo avuto a che fare con il Festival in questi anni prima invitati da Baglioni, poi da Amadeus. – ha affermato Giuliano Sangiorgi. Poi lo stesso Amadeus ci ha invitati per tornare ma in gara. Gli abbiamo inviato solo ‘Ricominciamo tutto’ ed eccoci qui. Abbiamo proposto solo un brano proprio come fu come ‘Mentre tutto scorre’, quando Caterina Caselli con un giro rocambolesco la sottrasse a Mina. Sappiamo che esiste la versione di quella canzone incisa da Mina, saremmo molto felici se la pubblicasse, un giorno. Siamo felici di essere in questo cast meraviglioso fatto di tanti amici da Diodato a Mahmood. Ha ragione Amadeus siamo tutti superospiti”.

Cosa vi portate dall’esperienza del 2005?
Fummo eliminati, abbiamo vinto il Premio della Critica (e non ce lo aspettavamo) ma avevamo anche l’incoscienza dei 19enni. Io poi ero piccolo piccolo, un po’ Calimero.

Come nasce “Ricominciamo tutto”?
Anzitutto non è stata scritta per Sanremo, ma nasce da una suggestione mentre guardavo la mia compagna Ilaria e mia figlia. Eravamo in Abruzzo un anno fa. Il brano è nato in un periodo storico post Covid, ci speravamo che ci saremmo liberati dalle mascherine e dalle restrizioni ed è successo. Quindi è un atto di speranza. Un atto che riguarda tutti e sei…

In cosa consiste?
Rispondo con una frase di Pablo Neruda ‘Nascere non basta. È per rinascere che siamo nati. Ogni giorno’. Per stare bene bisogna azzerarsi e riconoscersi nell’altro. Senza alcun pregiudizio. Un vero e proprio allenamento che facciamo noi sei. Il risultato è nella musica e nel meravigliarsi della bellezza di fare musica. Ci è accaduto dopo le prove con l’orchestra di Sanremo. Abbiamo avuto la sensazione di suonare una cover, tanto era bella la resa che non si sembrava nemmeno una nostra canzone. Poi il senso del brano accoglie anche un senso generale…

Quale?
Riguarda sempre l’assenza di pregiudizio. Penso a chi sconta la pena in prigione, esce per rifarsi una vita. In quel caso non deve esserci nessuna morale, tutti devono avere la possibilità di ricominciare e questa è una cosa difficile da accettare. Specie in questa società…

Ti riferisci alla gogna mediatica?
Anche, ma soprattutto al clima di odio al cinismo a cui stiamo assistendo. È tutto un pollice su e giù. Questo atteggiamento mi fa molta paura.

“Ricominciamo tutto” racconta anche di perdono. C’è qualcosa che non ti perdoni?
Non mi sono perdonato di essermi dimenticato di mio padre. Quando il dolore diventa forte c’è qualcosa nel corpo che ti porta a dimenticare. Non ho più voluto sentire la sua voce, da un lato avrei voluto intrappolare il dolore dell’assenza. So che è forte e terribile come affermazione e suggerimento, ma per esperienza personale dico che quel dolore va ‘goduto’.

Cosa vi aspettate da questo Sanremo?
Spero vincano i giovani. Tanto NOI a giugno andiamo a suonare nei nostri posti, negli stadi. Sanremo è parte del nostro bellissimo percorso, per i ragazzi rappresenta, invece, un trampolino di lancio stupendo. E se alcuni sono qui è anche grazie a chi prima ha spianato la strada, oltre a noi, i Subsonica, gli Afterhours, i Marlene Kuntz e fino ai Maneskin.

Avete già pronto un album?
Sì. Uscirà a marzo. I nostri dischi nascono sempre in viaggio e proprio negli studi Hansa Ton di Berlino, dove hanno inciso David Bowie e gli U2. Tra i brani nuovi c’è appunto ‘Berlino Est’, nata da una emozione quando sono entrato in contatto con questa città. Chiuderemo il disco dopo Sanremo e con la consapevolezza di avere dei provini bellissimi.

Siete andati a trovare Lorenzo Jovanotti dopo l’operazione al femore. Come sta?
Gli abbiamo fatto la sorpresa quando abbiamo saputo che era a Milano. Sta benissimo e ha una energia indescrivibile. Da fratelli musicali gli abbiamo detto che i nostri stadi saranno aperti per lui sempre. Lui è un perfezionista e per tornare al 100% come vuole lui ci vorrà del tempo, ma se ha voglia di fare musica gli apriamo le porte quando e come vorrà.

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