Tra Pd e Movimento 5 stelle “c’è un rapporto alla pari” mentre tra i dem esiste ancora, in alcuni, “un riflesso condizionato“, il ricordo “di un passato in cui quel partito aveva una vocazione maggioritaria e una pretesa egemonica” ma oggi “non funziona più lo schema dei satelliti che ruotano attorno a loro”. Giuseppe Conte, senza giri di parole, interviene nuovamente sul campo largo e sui rapporti con il Partito democratico. Lo fa in un’intervista al Corriere della sera dove sottolinea che “sulle differenze” tra le due forze politiche “serve un chiarimento“. Dichiarazioni che arrivano quasi in contemporanea a quelle di domenica di Elly Schlein che, visitando Teramo per la campagna elettorale delle regionali in Abruzzo (dove è in corsa il candidato unitario del “campo largo” Luciano D’Amico), ha dichiarato: “Spero di non essere l’unica tra i leader politici a sapere che nessuna delle nostre forze politiche da sola è sufficiente per costruire l’alternativa e di certo nessuno può pensare di farlo senza la prima forza di opposizione che è la comunità democratica, il Pd. Quindi noi continueremo a lavorare sui temi per costruire l’alternativa che serve rispetto agli sbagli del governo Meloni“.

Conte ha invece ribadito che il rapporto è “alla pari” e che “per presentare un domani un progetto serio e credibile va approfondito il confronto oggi”. “Dobbiamo scacciare l’ipocrisia: non possiamo nasconderci le differenze, anzi proprio su queste serve un chiarimento”, incalza il leader del Movimento nell’intervista al Corriere della sera. Conte respinge anche le ricostruzioni di un M5s che punta a “ottenere un voto in più del Pd” o che ha l’obiettivo di “comandare” l’alleanza: “Non è così”, ribadisce sottolineando la “differenza” nel “dna” delle due formazioni politiche. “Come potremmo camminare uniti se poi non riuscissimo a lavorare nella stessa direzione non solo sul tema dei conflitti bellici ma, ad esempio, sulla transizione ecologica? O sulla questione morale e della legalità? O per una politica che vada incontro alle sofferenze oltre che dei più poveri anche del ceto medio?”, chiede Giuseppe Conte citando i temi di maggiore contrasto con l’altro partito di opposizione. “La verità – aggiunge l’ex presidente del Consiglio – è che mentre noi abbiamo fatto chiarezza al nostro interno, tra loro esistono molte anime. E quando un giorno arriverà il voto politico non possiamo permetterci ambiguità“. Infine in merito al Governo Meloni, per Conte si basa su “un consenso fragile, destinato a rovinare repentinamente non appena chi ha votato Meloni si renderà conto di essere rimasto fregato“.

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