Giorgio Armani è seduto in prima fila, microfono e subito applausi. Senza neanche che apra bocca. Gli applausi sono tutti per il suo ultimo outing: “Non venderò mai e poi mai ai francesi. Ne’ io e nemmeno la mia Fondazione”. E lo diceva da Parigi mentre sfilava la collezione “Privè” di Haute Couture, veramente alta, in tutti i sensi. Petite leçon di stile e eleganza ai francesi a casa loro.

Ancora una lezione di giornalismo viene da Ferruccio De Bortoli, storico direttore del Corriere della sera. Quando le redazione erano una comunità, davano il senso di famiglia. Siamo alla presentazione di “Diario Incompleto” (di giornalismo e moda). Un po’ memoir, un po’ un periscopio su quegli meravigliosi anni 80, ma anche i 90, in fondo, non sono stati cosi’ male. Scritto da Carla Vanni, 29 anni direttore di Grazia, lei è stata un po’ l’Armani della carta patinata. Sono cresciuti insieme Carla e Giorgio. E racconta aneddoti su aneddoti: Pantelleria, villa di Giorgio Armani. Lei si divertiva a stuzzicarlo sulla rivalità con Gianni Versace. In realtà rappresentavano due mondi opposti. Uno metteva le spille, GA vestiva Richard Gere in American Gigolo’ e tutto il mondo cadeva ai suoi piedi. Domenico Gabbana invece prendeva in giro Stefano (Dolce) chiamandolo la signora Marchi, maniacale nella cura del dettaglio, proprio come Carla. Ricorda le nottate in redazione a cambiare la copertina, lavorava anche il 26 dicembre. Altri tempi, bei tempi. Una volta invito’ Armani a Segrate a fare il direttore per un giorno. Sembra di vederli seduti per terra come due ragazzini, stese a mo’ di tappeto decine e decine di foto da selezionare per la cover.

Marialuisa Agnese, altra firma pilastro del Corriere e direttore storico del magazine Sette, riconosce alla Vanni che grazie a lei il giornalismo di moda non è piu’ figlio di un dio minore. E, consentitemi, anche grazie alla stessa Marialuisa le giornaliste di costume non sono piu’ considerate di serie B.
Ancora aneddoti: Lucio Fontana amico storico di Carla voleva regalarle un magnifico quadro giallo con l’iconico taglio. Lei non voleva, non voleva, pareva brutto. Alla fine l’artista le mise in mano un piccolo quadretto bianco. Rimpianti? Beh, forse si’.

Carla, una persona davvero perbene, di grazia e di questi tempi di grazia ce n’è bisogno conclude Ferruccio. Dulcis in fundo arriva anche Diego Della Valle, la sala è gremitissima, resta in piedi, era un pischello quando ha incominciato l’avventura umana e professionale Tod’s. Carla è stata prodiga di buoni consigli per lui. “Mi sa che ti devo delle royalties sul brand”. Non sarebbe il solo. Si aspetta il secondo volume e allora sí che il Diario sarà completo.
P.S. A fine presentazione, corro a salutare Giorgio Armani: voglio che sappia che ho celebrato il mio primo giubileo al suo abito couture, indossato dopo 25 anni, al cinquantesimo di Mattia Malgara al Museo Valsecchi. Sembrava di questa collezione. Ero chiccchissima.

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