di Gianluigi Perrone*

Chef del ristorante Niko Romito nel Bulgari Hotel di Pechino, Daniele Ferrari, originario del Varesotto ma impiegato in Cina da 6 anni, ha subito un grave incidente stradale che richiede urgenti operazioni di ricostruzione polmonare e facciale. Il sistema sanitario in Cina gli impone il ricovero in un ospedale internazionale al costo di 900mila RMB, più di centomila euro, che, a quanto pare, l’assicurazione lavorativa del 35enne non coprirebbe.

La comunità italiana si è attivata con una iniziativa chiamata Together for Daniele, che ha raccolto una parte consistente della cifra necessaria. La notizia ha avuto un certo risalto sulla stampa cinese, che ha puntato il dito contro il brand Bulgari, parte del Gruppo francese LVMH, che si sarebbe rifiutato di coprire le spese del proprio dipendente in uscita, generando un dibattito sull’effettiva legittimità della decisione. Sul web alcuni sottolineano di come l’Occidente spesso accusi le aziende cinesi di non avere un corretto comportamento nei confronti dei loro impiegati, nonostante poi molto spesso i cittadini stranieri residenti all’estero non abbiano alcun trattamento privilegiato da parte di compagnie o enti stranieri che operano in Cina.

Di certo questo è un caso che ha la sua unicità per la stampa cinese. Non per la notizia in sé – un incidente del genere non è una straordinarietà anche se avviene fuori dal proprio territorio. Sono noti casi di incidenti di cittadini italiani e stranieri in Cina che non hanno avuto la medesima eco. In questo caso l’incidente è avvenuto già due settimane fa e la sua esposizione è avvenuta solo negli ultimi giorni per i media.

E’ la prima volta che “la macchina del fango” colpisce un brand straniero in terra cinese senza essere direttamente legato a un cittadino o a un’entità cinese. Se ricordiamo casi come le rivolte contro la Canon durante le tensioni tra Cina e Giappone per le Isole Senkaku, oppure la Bmw (accusata di favorire gli stranieri nell’omaggiare gelati gratuiti) o Dolce & Gabbana, che avevano utilizzato stereotipi culturali per dipingere una cittadina cinese in uno spot, o ancora il film Mulan, accusato di essere inaccurato storicamente – tutte polemiche, pilotate o meno, per colpire i brand stranieri attraverso la condanna dei social, che anche in Cina ha il suo potere distruttivo.

Mentre negli altri casi è sempre stato un sentimento fortemente nazionalista a smuovere i netizens, per l’incidente di Ferrari si tratta – a mio avviso – di una forma di protezionismo di classe che lega il cittadino, che pur “waiguo ren” (straniero) è comunque sottoposto alle regole della Repubblica Popolare, ancor prima che quelle scritte, al patto sociale che esiste tra lavoratori e datori di lavoro, ovvero garantire per l’incolumità degli impiegati e della loro famiglia.

Non credo infatti che il rumore che la notizia sta facendo sia casuale. E’ una buona occasione per i media vicini al governo locale di mostrare come, ancora una volta, i fatti raccontino una storia diversa rispetto agli stereotipi. Non è una novità che sempre più utenti di Internet usino la Rete anche in Cina per cercare giustizia contro irregolarità sul posto di lavoro. Un esempio sono le denunce contro il licenziamento irregolare di donne in stato interessante, iniziate già precedentemente alla pandemia, che hanno portato a grossi risarcimenti.

Sicuramente la maggior parte degli utenti cinesi considera Bulgari come un’azienda completamente italiana che ha portato un proprio cittadino in Cina, quindi traendo vantaggio delle ricchezze della Capitale (trattasi di ristorante stellato), mostrando un comportamento intollerabile per l’opinione pubblica stessa.

E’ questo il cuore della questione a livello mediatico. Creare il paradosso per cui sono i cinesi che si scandalizzano di come uno straniero viene trattato dalle proprie aziende, quando in genere l’accusa viene da fuori. Naturalmente le accuse potrebbero essere campate in aria e, così come i recenti fatti italiani relativi a Chiara Ferragni o al tragico caso della ristoratrice Giovanna Pedretti, potrebbero non avere alcun seguito nelle aule di tribunale; tuttavia è chiaro che l’esosa fattura dell’ospedale presentata a Bulgari avrebbe potuto creare meno danni del danno d’immagine che potrebbero subire. Il potere di ciò che potrebbe essere definito “狗屎风暴”.

Approfondimento sul canale Twitch/Youtube

*CEO Polyhedron VR Studio

[Foto in evidenza tratta dal profilo Instagram di Daniele Ferrari]

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