C’è un’amara contraddizione – che in pochi finora hanno notato – che vale la pena di portare alla luce per mostrare il livello di ipocrisia e di ideologia di questo governo. Abbiamo assistito per lunghi mesi ad un attacco continuo, a mio avviso quasi una vera e propria criminalizzazione, verso gli attivisti di Extinction Rebellion e di Ultima Generazione. In particolare, proprio il ministro Salvini aveva detto, in occasione di un’azione, che “incollarsi all’asfalto e fermare una delle autostrade più importanti d’Italia, creando problemi a lavoratori e studenti e danneggiando ambiente e commercio, è un atto criminale“. Sempre Salvini ha invocato misure più restrittive per gli attivisti, chiedendo anche carcere e arresto in flagranza per chi blocca le strade: misure prontamente inserite nel pacchetto sicurezza già approvato in Consiglio dei ministri. Una norma pensata con tutta probabilità per fermare e punire gli attivisti ambientali, sempre più in difficoltà a causa di sanzioni, fogli di via, processi, multe.

Peccato che, ora che mezza Europa, Italia compresa, è bloccata dai trattori di agricoltori che, anche creando assembramenti davanti a caselli o sulle autostrade, portano avanti la loro protesta – giusta o sbagliata non è questo il punto -, il ministro Salvini e il governo sembrano invece aver cambiato idea sul blocchi stradali. Infatti, lungi dall’invocare il carcere, si schierano a fianco degli agricoltori contro l’Europa green che vorrebbe vessarli. Nessuna menzione dei blocchi che frenano studenti lavoratori e commercio, anche se sempre di blocchi si tratta. Il paradosso è che la misura approvata dal governo, così come l’inasprimento delle sanzioni per il reato di blocco stradale voluto dallo stesso Salvini nel 2018, quando era ministro dell’Interno rischiano ora di colpire in maniera pesante proprio quegli agricoltori che il governo sembra voler difendere. Il che dimostra ancor più, quanto la norma – quella del 2018 fu fatta per fermare le proteste sindacali nel settore della logistica – sia del tutto ideologica.

Un’altra norma pensata ad hoc per colpire alcuni, qualcosa di veramente poco democratico e inquietante, e che potrebbe avere conseguenze inaspettate per il governo, è la famosa legge, approvata dalla Camera, contro i cosiddetti eco-vandali, fatta appositamente per arginare i blitz ambientalisti contro i monumenti, con sanzioni di decine di migliaia di euro. Qualcuno si chiede infatti se questo ddl non potrebbe a questo punto valere, ad esempio, anche per il sottosegretario Sgarbi. Di sicuro, anche in questo caso emerge tutto il paradosso di norme fatte per colpire una determinata categoria e che ne colpiscono anche altre.

Direi per fortuna, almeno in questo caso, perché vuol dire che la legge, anche se sbagliata, è ancora uguale per tutti. Ma chissà, forse c’è chi nel governo è anche un po’ seccato da questa cosa, ovvero dal fatto che le legge valga per tutti. E auspicherebbe che si trovasse un modo per fare leggi solo contro alcuni, magari citando proprio chi si vuole colpire nel testo, con buona pace della Costituzione. Assurdo, ovviamente, eppure dopo un anno e mezzo di governo Meloni davvero non ci si stupisce più di niente.

Che almeno, quando fanno le leggi, riflettano sulle conseguenze per tutti. Perché è da brivido pensare a un governo e a un Parlamento che deliberano norme contro qualcuno e poi si accorgono, toh!, che sono anche contro altri. Dopo averle varate, però. Insomma, il diritto al macero, la democrazia pure. Dilettanti allo sbaraglio di cui, davvero, avere paura.

SALVIMAIO

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