Il mondo visto da Ignazio La Russa sembra un film in bianco e nero, al massimo uno spaghetti western con sfumatura seppia: i busti di Mussolini, i figli con i nomi degli “indiani” e adesso le “classiche” donne italiane che per fare carriera hanno bisogno dei “Pigmalioni”. Lo ha affermato davvero, ieri sera durante l’intervista che gli ha fatto Nunzia De Girolamo nella trasmissione “Avanti popolo”. Ma lo ha affermato per contrasto, per glorificare la “sua” Giorgia, che – appunto – “non è la classica donna che ha avuto bisogno di un uomo per emergere; non ha avuto bisogno di Pigmalioni, non ha avuto bisogno d’aiuto”.

La Russa è rimasto fermo agli anni in bianco e nero, quando le segretarie facevano fare bella figura ai capitani d’industria, o forse a quegli anni in cui il Pigmalione per acclamazione, quel Silvio Berlusconi tanto rimpianto, selezionava la futura classe dirigente femminile seguendo una particolare meritocrazia. Il “classico” che fa tanto nostalgia.

Spiace dover svelare al presidente del Senato che siamo nel 2024, che molte donne fanno carriera perché sono brave anche se non vengono aiutate da nessuno, e che se non la fanno è perché qualcuno le ostacola. Le “classiche” donne italiane, ai nostri giorni, hanno minore accesso alle facoltà scientifiche ma si laureano con il massimo dei voti, fanno le ricercatrici a vita perché gli Atenei sono feudi maschili, non arrivano a presiedere i Consigli d’amministrazione perché si vedono scavalcare, in carriera, dal collega maschio e spesso raccomandato. Guadagnano meno degli uomini, e quindi se c’è da rinunciare al lavoro per la nascita di un figlio (e il welfare da terzo mondo) sono loro a restare a casa. Oppure non fanno proprio figli, perché il carico della genitorialità pesa totalmente su di loro. Arrivano in Parlamento, ma non possono diventare presidenti della Repubblica, perché non si è mai vista una capa dello Stato.

Eppure, su una cosa dobbiamo dare ragione a La Russa: Giorgia Meloni è diversa. Giorgia Meloni s’è fatta da sola. Anzi, s’è fatto da solo, visto che si fa chiamare IL presidente del Consiglio.

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