Una rivoluzione ad appena due anni dall’inizio dei Giochi. Non c’è solo il caso della controversa pista da bob ad agitare la corsa verso le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026. Come raccontato da ilfattoquotidiano.it, nel corso degli anni un evento che era stato presentato come “a costo zero” è diventato un divoratore di soldi pubblici: il conto, non ancora definitivo, ha già superato i 3,6 miliardi di euro. Il problema però è che la sfilza di opere previste perché “essenziali” o “connesse” alla realizzazione dei Giochi sono pure in ritardo. E allora il governo con una norma approvata in fretta e furia sta provando a mettere una toppa: martedì 30 gennaio il Cdm ha approvato il decreto Olimpiadi.

In attesa del testo integrale, i primi dettagli su quanto contenuto nel provvedimento sono trapelati da una nota del Mit, il ministero dei Trasporti guidato da Matteo Salvini. Già, perché il vicepremier e leader della Lega, già promotore del progetto “Cortina light” per fare la pista da bob ai piedi delle Tofane, allunga sempre di più le mani sulle Olimpiadi. Il decreto “individua Anas” come soggetto attuatore di 5 interventi (relativi a infrastrutture stradali) per velocizzare alcuni interventi strategici connessi ai Giochi, spiega il Mit. Anas dipende dal ministero e toglie quindi competenze a Simico, la società Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 S.p.A. che dovrebbe occuparsi appunto di tutte le opere legate alle Olimpiadi.

Il successivo comunicato della presidenza del Consiglio specifica anche quali sono le opere che finiscono in mano ad Anas: i lavori per l’allargamento di alcuni tratti della strada statale 38 dello Stelvio (23,5 milioni di euro) e quattro diversi interventi sulla SS 36 del Lago di Como e dello Spluga. In totale il costo delle cinque opere si avvicina ai 200 milioni di euro. Non è un commissariamento, come qualcuno aveva anticipato, comunque ci assomiglia. Soprattutto perché lo stesso decreto modifica la governance di Simico, “affidandole competenze ampliate e puntuali per consentire maggiori capacità decisionali e operative” e “razionalizza e aggiorna l’impianto commissariale delle opere per l’esecuzione in tempi rapidi e coerenti con l’impegno internazionale”.

Il decreto prevede che l’organo di amministrazione di Simico sia composto da cinque membri, dei quali tre (il presidente, l’amministratore delegato e un consigliere con attribuzioni in materia di monitoraggio e coordinamento delle attività di internal auditing e rendicontazione) designati dal Mit di Salvini, di concerto con il Ministro dell’economia e con il Coni. Un quarto è designato dalla Regione Lombardia e l’ultimo è designato congiuntamente dalla Regione Veneto e dalle Province autonome di Trento e di Bolzano. Non cambia molto rispetto a prima. Ma resta da capire cosa farà Salvini e se confermerà il commissario Luigivalerio Sant’Andrea. Intanto è stata introdotta la figura del consigliere con compiti di monitoraggio: una sorta di controllore che fa sempre riferimento al Mit.

Simico dovrebbe avere ancora più poteri per provare a non accumulare ulteriori ritardi. E nel decreto si parla anche di una razionalizzazione delle opere, l’ennesima. L’ultimo elenco delle infrastrutture per i Giochi 20206 prevedeva un totale di 110 interventi, di cui oltre due terzi riferiti a opere essenziali, ovvero strade, stazioni, aeroporti, svincoli, gallerie, ecc. Opere pubbliche che gli amministratori locali – Veneto, Lombardia, province autonome di Trento e Bolzano – hanno indicato come necessarie, inserendo nel calderone le richieste più disparate (anche lontane dalle sedi olimpiche). Per questo, decreto dopo decreto, il conto delle Olimpiadi è lievitato, mentre finanziamenti e relativi lavori diventavano sempre più ingarbugliati. Ora Salvini, che già ha di fatto commissariato Simico sulla pista da bob, lo fa anche su alcune opere infrastrutturali. Il precedente per Anas però non è dei migliori: la società gesti le infrastrutture legate ai Mondiali di Cortina 2021, senza riuscire a completare tutti i lavori in tempo.

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L’abbuffata di Milano-Cortina: “Olimpiadi a costo zero” e “Giochi dell’autonomia”? Il conto è già di 3,6 miliardi e 2,8 li ha messi lo Stato

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